VIAREGGIO. A ruota libera, senza risparmiare frecciate ai detrattori, che criticano a prescindere. Ma, allo stesso tempo, con la ferma volontà di difendere il suo patrimonio sportivo, in primis, la Viareggio Cup.

Alessandro Palagi, presidente del Cgc, analizza a 360° tutto ciò che riguarda la sua società. Dall’hockey al Torneo di Viareggio, appunto.

Il primo e più ravvicinato pensiero va alla Coppa Italia di hockey su pista, con il girone di semifinale che prenderà il via domani (27 ottobre) al “PalaBarsacchi”: “L’obiettivo è di accedere alla finale. Abbiamo deciso di portare la semifinale a Viareggio per il nostro pubblico, che spero sia numeroso, e per la nostra squadra, che è ben preparata per questo primo appuntamento che ritengo molto importante”.

Palagi entra poi nel merito del rapporto con i tifosi, spegnendo sul nascere ogni polemica legata ai comunicati dei giorni scorsi, che lasciavano intendere un generale senso di delusione per una squadra che, a detta di diverse persone, non ha le credenziali per puntare in alto: “I tifosi sono un patrimonio del Centro: riempire il “PalaBarsacchi” era uno dei nostri obiettivi. Il pubblico deve essere fiducioso e per altro mi sono incontrato con i rappresentanti dei gruppi, parlando per un’ora e mezzo del momento difficile che stiamo vivendo. Dobbiamo essere contenti per la squadra allestita ed essere speranzosi affinché il Torneo di Viareggio trovi le soluzioni per poter mantenere tutta l’associazione e per dare soddisfazioni ai nostri sostenitori, che auspico siano pazienti per superare questa situazione”.

Poi, un pensiero rivolto alla città e ai suoi abitanti, col loro vizio di puntare il dito e storcere continuamente il naso: “I viareggini sono molto critici nei confronti di tutto ciò che viene organizzato in città, compreso quello che fa il Cgc. Ma i viareggini devono capire che noi siamo degli umili volontari dello sport e tutto quello che facciamo è per il bene della nostra associazione. Spesso le critiche che ci arrivano sul torneo sono dovute alla partecipazione di squadre sconosciute, ma noi sappiamo che anche in questi club ci sono futuri talenti che, attraverso la Viareggio Cup, arrivano nel calcio che conta. Col Nordsjaelland abbiamo la prova provata. Dalla Danimarca mi chiamano ricordandosi della nostra manifestazione”.

Capitolo calcio: Palagi non si fa troppi problemi nel mettere in chiaro su quale sia, a suo parere, la manifestazione più importante al mondo a livello di settore giovanile: “Il Torneo di Viareggio ha 65 anni, e quando ne avrà 130, la Next Generation Series, se esisterà ancora, ne avrà 65. Una competizione riconosciuta dall’Uefa non ha bisogno di confrontarsi con questo nuovo torneo che si proclama come la Champions League dei giovani, quando in realtà quest’anno mancava la Roma campione d’Italia”.

Anche se, per le novità relative alla prossima edizione, c’è ancora da attendere: “Stiamo lavorando da quest’estate e stiamo andando incontro con un accordo importantissimo a sostegno del Torneo, che è il nostro motivo di esistere. Abbiamo bisogno dell’aiuto di entità capaci di sostenerci, che è un patrimonio del calcio nazionale e non solo”.

E quando gli si chiede di indicare tre nomi che, secondo lui, hanno contrassegnato la storia recente della Viareggio Cup, Palagi ha le idee chiare: “Io parto da lontano, parlando di Alessandro Del Piero: lui stesso ha fatto delle dichiarazioni parlando della Viareggio Cup. Mi vengono in mente anche Giovinco, sul quale nessuno scommetteva, e Immobile, che ha ricevuto il “Golden boy” con tanto di premiazione sulla “Domenica Sportiva”, trasmissione dagli ascolti altissimi in cui per oltre dieci minuti si parla della Viareggio Cup”.

Ascolta l’intervista al presidente del Cgc Alessandro Palagi

 

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