VERSILIA. “La storia del camaleontismo si ripete, senza che si tenga conto degli insegnamenti del passato e senza un’analisi ponderata della situazione economica-finanziaria e politica della globalizzazione e dei mercati”.

Emiliano Favilla interviene sulla questione relativa alle primarie del centrosinistra facendo un confronto con il più recente passato.

“Dopo tangentopoli, la stagione di “mani pulite” e tutto il disgusto che ne conseguì nell’opinione pubblica per tanto marciume,  tutto ci si poteva aspettare meno che potesse prendere consensi la discesa in campo di Silvio Berlusconi. Già! Proprio lui che da dietro le quinte era stato ed era il principale ispiratore della mala politica, si presentò come volto nuovo e abbindolò tanto bene la gente da prendere i consensi anche da chi riteneva, in buona fede, che con il voto al cavaliere si rinnovasse la politica e si voltasse pagina.

Forzo il paragone del berlusconismo, con l’attuale discesa in campo del “nostrano rampollo” Matteo Renzi seppur  con tutti i distinguo, naturalmente a favore del rottamatore, perché vedo certe analogie con il ripetersi della storia e di troppa creduloneria, come all’epoca della discesa in campo di Silvio.

Tanto è il disgusto e, quindi, la voglia di cambiare che tendiamo a vedere la bontà del nuovo che avanza a prescindere.

Non è un caso, infatti, che Berlusconi e tanti suoi armigeri (assenti di buona fede) abbiano sorriso alla scesa in campo del Matteo, sapendo che a loro si sarebbero uniti tanti camaleonti annidati  ovunque c’è puzza di potere.

L’evoluzione del PCI a PDS fino all’attuale PD, con la rottamazione già avvenuta di buona parte della politica dei principi, dell’essere maggiormente vicini ai bisogni  della gente, è diventato purtroppo terreno fertile per gli arrampicatori del potere, che sono nel PD ma potrebbero stare tranquillamente, in ogni altra forza politica dov’è possibile mettere le mani nel “piatto”. Se ne stanno lì tranquilli, mica a fare la base nello stesso PD di nulla pretendere, ma pronti ad occupare posti da Presidente del Consiglio dei Ministri, ma anche di tante altre cariche minori nelle Regioni, nelle Province, nei Comuni e in tanti altri posti di potere indiretti delle  istituzioni. di presidenti di Provincia, sindaci e tanti altri posti di potere. Personaggi magari di poco spessore nella politica normale ma che vedono in  Matteo Renzi  “rottamatore” il loro momento.

I renziani non hanno vinto le primarie al primo colpo e forse (speriamo)  non vinceranno neanche al ballottaggio, ma solo la buona affermazione ottenuto al primo turno  darà loro il diritto di rivendicare opportunità nei posti di potere, come appartenenza di casta. Si può stare  “tranquilli”, quindi, che anche se i “renziani” non vinceranno al ballottaggio,  il loro spazio di potere, ottenuto senza programmi veri e con parole vuote, ma efficaci, come la “rottamazione”, lo pretenderanno sicuramente e con questo saranno di ostacolo a possibili coalizioni del PD con le forze politiche più a sinistra. Anche nelle imminenti competizioni elettorali minori (amministrative di Viareggio) questo fenomeno è già iniziato

Tutto questo pone una seria riflessione anche a chi non ha ritenuto partecipare a queste primarie ritenendole, con non  poche ragioni, fuorvianti sui temi veri. Quindi, pur con tutti i “pruriti del caso” al ballottaggio ritengo sia  da valutare seriamente l’opportunità di tifare per Bersani”.

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ultimo aggiornamento: 01-12-2012


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