VERSILIA. Dopo il crollo dei consumi a Natale (-11%) ora tutte le attese, in particolare nel settore dell’Abbigliamento, si rivolgono al periodo dei saldi che formalmente inizia dal 5 Gennaio, ma di fatto in questi giorni con vendite promozionali rivolte alla clientela fidelizzata.   I  dati degli ultimi mesi 2012  confermano  e aggravano l’allarme lanciato in questi ultimi mesi da Confesercenti.

Secondo i dati elaborati da Confesercenti quello Toscano (-7.1%) è leggermente meno pesante rispetto a quello del Paese (-8,3%)  – commenta Massimo Vivoli – anche perché  influenzato dal buon andamento, in Toscana, del turismo estero. Segno che a pagare il prezzo  più alto della recessione in atto  sono le famiglie italiane”.

“I  dati che abbiamo sottomano sono  peggiori di quanto stimato,  commenta Massimo Vivoli presidente regionale Confesercenti. Il 2012 è stato l’anno peggiore in assoluto.  Dal 2008 ad oggi il piccolo commercio ha ridotto complessivamente del 28% il suo fatturato. “ Ora auguriamoci che la stagione dei saldi smova il mercato anche perché i negozi sono pieni di merce buona qualità. Occorre reagire, non ci sono più margini – sostiene Massimo Vivoli – rischia di saltare tutto il sistema delle piccole e medie imprese del commercio e con esse decine di migliaia di posti di lavoro. Aziende e lavoratori “invisibili” che non fanno notizia quando cessano l’attività ma che in questi anni sono stati il fulcro dell’economia della Toscana.”

Se si eccettua i giorni prenatalizi dati negativi vengono anche  dal settore alimentare: per il commercio toscano, il secondo trimestre del 2012 è caratterizzato da un crollo delle vendite (-7,5% contro il 6,3% della media italiana), che registra il peggior risultato degli ultimi 10 anni. A fare la differenza è sia la grande distribuzione, che in Toscana perde il 6,4% del giro d’affari derivante da settore food – assai peggio di quanto avviene a livello nazionale (-1,7%) – sia le piccole e medie strutture commerciali, che insieme registrano un -6,1% contro il -4,8% della media italiana.  Segno che la crisi si fa più profonda e colpisce  ormai i beni di prima necessità.

Il punto è che le prospettive appaiono  ancora più buie. Ora occorre una svolta. Dalla recessione non si esce se non si ricrea una fiducia nel Paese avviando un processo di sostegno all’occupazione, di riduzione graduale del  peso fiscale sul lavoro e pmi.

Alla Regione Toscana, in particolare, chiediamo una seria riflessione su questa situazione. C’è una sottovalutazione del contributo che queste imprese hanno dato in questi anni ed al potenziale in termini di innovazione che possono ancora esprimere e di garanzia di  una buona e sana  occupazione.

 “E’ giusto – sostiene Massimo Vivoli – occuparsi della crisi industriale di grandi imprese, ma non si può sottovalutare il comparto del commercio e turismo  che in Toscana da un apporto al PIL non trascurabile  mentre negli ultimi mesi  la percentuale delle piccole imprese che si sono rivolte alle banche per richiedere un nuovo prestito o la rinegoziazione di un prestito preesistente per innovare hanno, una su due  visto contrarre i propri  affidamenti  e il 4,1%  di esse ha ricevuto un netto diniego”.

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ultimo aggiornamento: 28-12-2012


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