PRATO. Vedi il Viareggio subire tre reti e altrettante espulsioni e allora ti domandi quale sarà la reazione di un incandescente Stefano Cuoghi nelle interviste del dopogara. La curiosità viene presto svelata: “La squadra è sempre stata in partita, almeno fino al 2-0, e non posso dire che i ragazzi si siano comportati male”, dichiara il trainer bianconero. “Purtroppo, o per fortuna, è l’arbitro che decide e ha visto due falli da rigore. Io, queste cose, le accetto serenamente. Altre, invece, mi hanno dato fastidio.”
Cuoghi non cita in maniera esplicita Vincenzo Esposito, tecnico del Prato, ma il riferimento al suo rivale è tutt’altro che criptico: “Non transigo sul rispetto verso gli avversari. Ditemi voi se vi sembra normale fare un cambio al novantesimo, con il Prato in vantaggio di tre reti e in triplice superiorità numerica. Ecco, in questo momento sono orgoglioso di chiamarmi Cuoghi e di non esser qualcun altro.”
Il tecnico modenese rincara ulteriormente la dose: “Il bello della vita è che ci si può incontrare nuovamente, anche al mare o ad un bar, lontano dai commissari di campo. Per il resto, questa sconfitta mi dà fastidio soprattutto guardando la classifica. Non meritiamo questo trattamento, ma d’altra parte non siamo gente che si lamenta continuamente e che batte i pugni sul tavolo come qualcun altro.”
Si passa, poi, al dilemma della difesa, totalmente da ridisegnare nel derby con la Carrarese alla luce delle espulsioni e delle squalifiche maturate al “Lungobisenzio”. “Visto che avevo fatto bene a prendere otto difensori a inizio stagione? Ora abbiamo Fiale, Trocar e Conson, oltre a Carnesalini che rientrerà dalla squalifica: va a finire che avrò pure l’imbarazzo della scelta.”
Sembra finita. E invece, prima che la squadra riparta alla volta di Viareggio, a Cuoghi giunge voce che, ad una radio, l’attaccante pratese Tiboni abbia accusato l’allenatore bianconero di offendere gratuitamente gli avversari. “Non so da quanti anni giochi, o meglio, indossi la maglia Tiboni. Mi limito solo a dire che è un pover’uomo.” Amen.
Simone Pierotti
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