VIAREGGIO. “I conti ancora una volta non tornano. Il 2012 si è chiuso con l’ennesimo bilancio in rosso per le imprese del commercio e del turismo. A due settimane dalle elezioni, chiediamo al futuro governo un impegno concreto per far ripartire i consumi e puntare alla crescita”. A parlare è il direttore di Confesercenti Versilia Emanuele Pasquini in occasione dell’iniziativa “L’impresa presenta il conto”, che tutte le Confesercenti provinciali hanno organizzato in contemporanea in queste due giornate per lanciare un segnale forte sul disagio e le difficoltà del settore illustrando alcune cifre eloquenti.

“Cominciamo – prosegue Pasquini – dal saldo tra aperture e chiusure delle attività in provincia. Nel 2012 il saldo è fortemente negativo rispetto al 2011: -357 nel comparto commercio e – 122 nel settore pubblici esercizi e alloggi. Così come il volume dei fatturati. Una conseguenza, purtroppo, del crollo dei consumi: nella nostra provincia nei primi tre trimestri 2012 i consumi si sono ridotti del 4%. Le previsioni del nostro centro studi per il 2013 ci dicono meno 4,2% per la spesa nel settore alimentare e segni ancor più negativi per i comparti dell’abbigliamento”.

Secondo i dati messi a disposizione di Confesercenti, ad una crisi economica evidente si sono aggiunti interventi errati del governo. Ancora Pasquini: “In primo luogo l’aumento complessivo del carico fiscale su imprese e famiglie che ha indebolito ulteriormente i consumi e soprattutto l’assenza di un’idea di futuro che deprime la fiducia dei consumatori. E ancora ricette “schematiche” e prive di sostanza come la liberalizzazione degli orari che si è concretizzata solo nelle conseguenti aperture domenicali dei grandi centri commerciali. Le stime ci dicono che un alimentari abbia avuto una perdita di 8500 euro negli incassi del 2012, mentre il settore non alimentare ha contenuto il calo a 3500 euro. Immaginate voi cosa vogliano dire queste cifre per economie già in difficoltà”.

Non a caso la chiusure dei negozi tradizionali, specie quelli alimentari, sta diventando una vera e propria piaga anche nelle nostre città. “Anche in questo caso i numeri parlano da soli: considerando soli i capoluoghi di provincia, oggi in Italia esistono solo 17.768 esercizi commerciali del settore alimentare – aggiunge il direttore di Confesercenti -, vale a dire meno di 2 negozi per ogni mille abitanti (1,8 per la precisione). In provincia di Lucca siamo a poco più di un alimentari ogni mille abitanti. In calo anche il numero dei negozi di abbigliamento anche se in maniera meno massiccia: maggior turnover, invece, nei pubblici esercizi dove si assiste molto frequentemente a passaggi di gestione”.

 

La conclusione di Confesercenti: “L’associazione nazionale ha prodotto un vademecum con 13 proposte precise sia dal lato della riduzione della spesa sia da quello dell’utilizzo delle risorse liberate, che vanno impegnate, senza perdere altro tempo, per ridare respiro e prospettive alle famiglie e alle imprese. Con l’intento di bloccare l’allarmante emorragia di queste ultime e di consentire invece a chi opera soprattutto nel mercato interno di investire e creare nuovo lavoro e ricchezza. In queste settimane stiamo incontrando i candidati del territorio e stiamo presentando questa piattaforma per le imprese. Ma il tema va affrontato anche con gli Enti Locali. Il cambio di direzione deve arrivare da Roma, ma su costi per le imprese, tariffe locali le responsabilità le troviamo anche nei Comuni. L’applicazione della Tares sarà un ulteriore banco di prova per capire se la politica abbia compreso o meno la drammatica situazione delle imprese”.

 

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ultimo aggiornamento: 12-02-2013


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