VIAREGGIO. La Polizia di Lucca ha concluso l’operazione Habibi, che prende il nome da una barca a vela in uso a due soggetti che nel prosieguo delle indagini si è scoperto essere vittima di usura, condotta nei confronti di pregiudicati di origine napoletana e residenti in Versilia.

La Sezione Criminalità organizzata della Squadra Mobile di Lucca nell’ estate del 2012 aveva già tratto in arresto, per il reato proprio di usura, un 42enne pluripregiudicato considerato a capo dell’ omonimo clan che nella zona di Viareggio è dedito ai prestiti “a strozzo”, in collegamento con la camorra napoletana.

Dopo l’ arresto del capoclan le indagini erano proseguite per capire dove fossero investiti i soldi provento dell’ usura; gli accertamenti patrimoniali hanno consentito di riscontrare che il sodalizio, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniale, ricorreva anche al delitto di intestazione fittizia di beni.

Sono state denunciate otto persone componenti del gruppo criminale, tutte residenti in Versilia ed in parte originarie del capoluogo partenopeo; di queste, le seguenti tre sono state sottoposte a misure cautelari restrittive, mentre le altre cinque risultano indagate a piede libero.

Le risultanze investigative hanno consentito nello specifico di riscontrare che  due componenti della banda avevano attribuito la titolarità di alcune società a Viareggio, attiva nel settore della ristorazione e Guamo, consapevole di tale fittizia intestazione finalizzata ad eludere misure di prevenzione patrimoniale, perché ai medesimi erano già in passato stati sequestrati beni del valore di alcuni milioni di euro.

Analogo riscontro è emerso dalla fittizia intestazione delle residue quote di una società ad un correo, cittadino bengalese 37enne, parimenti consapevole delle illecite motivazioni a monte della fittizia intestazione del bene; nonché dalla fittizia intestazione ad altro correo, un viareggino 31enne, di un immobile adibito a privata abitazione in Viareggio.

Il capo della banda criminale è alfine accusato di aver imprestato ai gestori di fatto ad un tasso usuraio del 90 %.

Il valore dei beni posti sotto sequestro sfiora i due milioni di euro.

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ultimo aggiornamento: 23-02-2013


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