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VIAREGGIO. “I sindaci di Pietrasanta, Forte dei Marmi, Seravezza e Stazzema, in risposta agli ultimatum di Mallegni, annunciano l’avvio di un percorso per arrivare alla costituzione di un comune unico della Versilia Storica comprendente i loro quattro comuni. Hanno perfettamente ragione a rivendicare un percorso che sia di partecipazione dei cittadini e che, come previsto dalla legge, si concluda con un referendum popolare, ma credo che si debba osare di più e pensare ad un nuovo assetto della Versilia intera, composta dai sette Comuni.” Lo scrive Andrea Antonioli di Sinistra Ecologia Libertà.

“L’esigenza di una Versilia unita è sentita da tempo. Oltre vent’anni fa partì, dalle istituzioni e dalle forze sociali versiliesi, la richiesta di costituire il ‘Circondario della Versilia’, ma la Provincia di Lucca, mentre dichiarava la piena disponibilità inserendo il circondario nello statuto, in realtà non ha mai fatto nulla per realizzarlo, così come i sette Comuni della Versilia. Eppure le battaglie condotte unitariamente dai sette Comuni e dalle forze sociali hanno prodotto risultati importanti.

“Basti infatti ricordare l’Asl autonoma, riconquistata quando era già stata accorpata con Lucca, proprio la stessa Asl la cui esistenza in vita è oggi nuovamente messa in discussione. Ricordiamoci anche come la mancanza di scelte condivise tra i sette Comuni portò la regione ad individuare un commissario ad acta che ci regalò il famigerato inceneritore di Falascaia.

“Oggi abbiamo l’Unione dei Comuni, cosa ben diversa e ridimensionata rispetto al Circondario, a cui Viareggio non ha mai aderito per l’incapacità di Lunardini di assumere una qualsiasi scelta: è evidente anche che con il superamento delle province, che è solo questione di tempo, ed il passaggio delle deleghe loro affidate parte alla Regione e parte ai comuni, l’unione dei comuni non basta.

“L’esigenza di risparmiare, di riorganizzare i servizi sul territorio con un’impostazione sovra comunale, pensiamo ad esempio al settore sociale dove la Società della Salute chiuderà i battenti, senza essere di fatto sostituita da niente riportando una pluralità di emergenze sociali ai singoli comuni. Pensiamo inoltre alla mobilità o ai servizi scolastici – abbiamo Comuni con liste di attesa per l’asilo nido di centinaia di famiglie ed altri che li chiudono per mancanza di utenza – che ci inducono a prospettare un assetto diverso della Versilia.

“È necessaria una dimensione amministrativa che consenta di affrontare l’emergenza della crisi economica con politiche territoriali e settoriali di livello versiliese. Come si possono progettare politiche di rilancio del turismo, che, non dimentichiamolo, è la prima risorsa della Versilia, senza una visione comprensoriale?

“Proprio le politiche di contrasto alla crisi, e quindi l’emergenza lavoro, rischiano di essere maggiormente penalizzate dallo scioglimento o dall’accorpamento delle province a cui oggi sono affidate queste deleghe. Ed allora non sarebbe meglio fare il comune unico della Versilia? Pensiamo alla forza che può avere un comune con oltre 160mila abitanti, capace di interloquire con un forte peso con la Regione e con la eventuale nuova provincia accorpata.

“Certo bisogna prima aspettare di avere anche a Viareggio un’amministrazione eletta dai cittadini, ma subito dopo sarebbe necessario iniziare a lavorare per l’unificazione dei sette comuni, garantendo comunque la permanenza di sedi negli attuali sette comuni e modalità di partecipazione capaci di rendere più vicini i cittadini alle istituzioni.”

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