VIAREGGIO. Contratto di solidarietà, da aprile, alla “Perini Navi”, gruppo della nautica che dal 1983 costruisce i grandi e caratteristici velieri che hanno portato il marchio a diventare il primo nel mondo per il settore.  È  la triste notizia che si legge questa mattina sul quotidiano “Il Tirreno”

“La situazione di mercato non è favorevole – spiega Lamberto Pocai, segretario generale della Fiom-Cgil provinciale – così si è reso necessario perfezionare strumenti per affrontare questo momento”.

Il contratto di solidarietà riguarderà tutti i dipendenti (105 esclusi tre dirigenti), con la previsione di un orario ridotto fino al 60% massimo (come da legge) e uno stipendio al 90%, tra Inps, contributo dello Stato e salario a carico dell’azienda. “La riduzione dell’orario di lavoro può essere rivista – spiega Pocai – ed il contratto di solidarietà può essere sospeso se entra del lavoro”.

Tra gli interventi anche il rientro in azienda di alcune delle lavorazioni esternalizzate. L’azienda leader nel settore della nautica viareggina, come prosegue il giornale,  tiene a precisare che “questo accordo è volto al mantenimento ed alla salvaguardia del cento per cento di tutta la forza lavoro. Questa decisione, presa in totale accordo con le organizzazioni sindacali, ci permette di far fronte al particolare momento caratterizzato da un calo degli ordinativi”. Calo di ordinati e di fatturato per tutta la nautica italiana che vede in Viareggio uno dei poli principali: “I dati della Confindustria nautica – continua Pocai – parlano del 40% in meno. Mentre, per quanto riguarda la produzione nel settore dei mega yacht si attesta, a livello nazionale, intorno a meno 15-16%. Di questo e altro si discuterà – annuncia il segretario provinciale della Fiom – nell’assemblea convocata per il 29 dalle 15 alle 17, dove saranno presenti anche i candidati a sindaco per le amministrative di fine maggio ed i rappresentanti locali in Parlamento”.

Non sembra andar meglio al settore dei maxy yacht dove intere famiglie vivono appese alla cassa integrazione che non arriva, mentre tutti i giorni ci sono le spese quotidiane da sostenere.

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