PIETRASANTA. “La società Pietrasanta Sviluppo rappresenta una priorità. Non vogliamo sminuire il ruolo delle altre partecipate dall’Amministrazione Comunale, ma la Pietrasanta Sviluppo gestisce, di fatto, servizi pubblici locali di primaria importanza (mensa scolastica, parcheggi, impianti ricreativi) che non possono essere gestiti direttamente dall’ente. Questo perché il patto di stabilità interno, la spending review, e la complessa ed articolata normativa restrittiva che si applica agli enti locali ne imporrebbe a breve la completa privatizzazione.” Lo scrive in una nota il sindacalista Paolo Bruni, responsabile versiliese di Cgil Lucca.

“Cosa diversa per le aziende partecipate che anch’esse devono sottostare ad una complessa normativa, ma comunque diversa e recentemente – sentenza Corte Costituzionale n. 199 del 2012 – quasi completamente dichiarata anticostituzionale per quanto attiene le società che gestiscono servizi pubblici.

“Qui sta il nodo della questione perché oggi la Pietrasanta Sviluppo, pur occupandosi di servizi pubblici locali, risulta essere una società ‘di servizi strumentali all’ente Comune’ in ragione del fatto che mensa e parcheggi -e, ahimè, multe – si pagano direttamente al comune e di conseguenza la società risulta offre un servizio strumentale ad un attività gestita direttamente dall’amministrazione di Pietrasanta. Servizio strumentale per il quale la Sviluppo fattura per oltre il 90% nei confronti del Comune e, di conseguenza, rientra nell’ambito normativo più restrittivo: quello dell’art. del D.L. 95/2012.

“Basterebbe attribuire alla società la piena titolarità nella gestione dei servizi, lasciando comunque all’amministrazione il ruolo di indirizzo e controllo – determinazione della qualità del servizio e delle tariffe – e la Pietrasanta Sviluppo sarebbe assoggettata ad una normativa diversa.

“Guardiamo quello che succede nelle amministrazioni locali vicine e lontane, dove mense scolastiche, gestione dei parcheggi, impianti sportivi e qualtaltro sono completamente affidate alle società partecipate, anche dette ‘società in house’. Basta pensare a Gaia che, avendo la piena titolarità di gestione del servizio, non è certo legata, per la sua sopravvivenza, al patto di stabilità interno delle singole municipalità che compongono il suo assetto societario.
Ed infatti è proprio grazie all’eccellente risultato plebiscitario sul referendum dell’acqua del 2011 che, di fatto, la gestione di tutti i servizi pubblici è uscita dalla ristrettezza normativa e dagli obblighi di renumerazione del capitale investito.

“Tanto per ricordare: il referendum ha abolito l’art. 23 bis del D.L. 112/2008, subito dopo il Governo Berlusconi a tentato di reintrodurre la stessa normativa abolita – anzi in misura ancora più restrittiva – con l’art 4 del D.L. n. 138/2011, di seguito l’intervento della Corte Costituzionale, con sentenza n. 199 del 2012, ha dichiarato anticostituzionale l’art 4 citato e ricondotto la legislazione sui servizi pubblici al volere espresso dai cittadini con il voto referendario.

La questione ha inoltre un altro risvolto, ancora più importante e di merito. L’attività svolta dagli ausiliari del traffico è un servizio pubblico di carattere permanente ancorché variabile; nel senso che la quantità di personale impiegata può essere soggetta alla stagionalità degli afflussi turistici, ma l’attività va svolta comunque con continuità per tutto l’anno.

“Ne discende che occorre trovare uno strumento per rendere i rapporti di lavoro a tempo indeterminato e non per poter assumere, tramite un soggetto diverso dalla Pietrasanta Sviluppo, ancora con contratti a termine. Su questa questione, come sindacato, non siamo disposti a fare deroghe e tuteleremo i diritti dei lavoratori fino in fondo.

“Siamo quindi di fronte ad una società che svolge bene le attività affidate, grazie all’impegno quotidiano delle donne e uomini che ci lavorano, che tra l’altro le svolge anche con risultati qualitativi ed economici soddisfacenti e che, pertanto, occorre far crescere abbandonando ipotesi di ridimensionamento.

“Non si tratta di mettere in competizione la Pietrasanta Sviluppo con la Fondazione Versiliana, che svolge anch’essa un importante ruolo sociale e culturale nel nostro territorio, ma occorre anche ricordare all’amministrazione che la natura giuridica della Fondazione non può essere lo strumento per aggirare i vincoli pubblicistici in materia di spesa del denaro pubblico.”

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