VIAREGGIO. Lo scorso ottobre si era trovato costretto, suo malgrado, a commentare una vittoria sfumata davvero all’ultimo secondo. Questa volta Fabio Pecchia si è preso la sua personale rivincita contro il Viareggio: sotto di un gol, il suo Latina prima pareggia e poi si aggiudica il primo round della finale di Coppa Italia di Lega Pro. Merito di una grande prova d’orgoglio, certo. Ma anche del bel gioco offerto dai nerazzurri.

“Tornare alla vittoria, dopo un mese senza successi, ci rende felici”, dice il tecnico pontino. “Questo, però, è solo il primo atto di una competizione importante quale è la Coppa Italia.”

Il gol incassato proprio pochi secondi prima di tornare negli spogliatoi, dopo aver sfiorato più volte un vantaggio che ai più pareva meritato, suonava come una mazzata sul groppone che rischia di stordire. E invece “la squadra ha continuato a giocare e a fare quello che sa fare. I ritmi si sono abbassati, loro si sono difesi affidandosi alle ripartenze ma noi non abbiamo mollato e siamo andati a segno prima con il gran gol di Jefferson e poi con un gran tiro di Burrai.”

Proprio per l’attaccante brasiliano Pecchia decide di spendere due parole: “Jeff è un giocatore di categoria superiore che può e deve fare ancora molto per questa squadra. Il fatto che il Latina sia Jefferson-dipendente è un tormentone dei giornalisti: per me tutti i ragazzi hanno sempre giocato e non si sono mai disuniti, neanche quando ci siamo trovati sotto di un gol.”

Pecchia indica già le contromisura per la gara di ritorno: “Il fatto che il Viareggio non abbia mai perso in casa in campionato la dice lunga: giocare qui è difficile, loro sono una squadra viva con giovani di qualità. Però, dopo i primi dieci minuti, mi pare che sia stato il Latina ad esprimersi meglio.”

Ascolta l’intervista a Fabio Pecchia

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