VIAREGGIO. “L’8 aprile è stata la Giornata Mondiale del popolo romanì. A stabilirlo fu il primo Congresso Mondiale di delegati Rom, Sinti, Kalè, Manouches e Romanichals provenienti da quattordici paesi, che si riunì a Londra nel 1971. Dopo cinque giorni di discussioni e analisi, tra le varie decisioni, fu adottato il canto Jelem Jelem (camminai, camminai) come inno nel quale tutti i gruppi romanì nel mondo si riconoscono e una propria bandiera: una banda azzurra superiore (la libertà, i valori spirituali) ed una verde inferiore (la natura, i valori materiali). Nel centro una ruota rossa a sedici raggi (la ruota di un carro e il richiamo alle antiche origini con l’Indi)”.

A raccontarlo è il Consiglio Direttivo dell’Associazione Berretti Bianchi onlus.

“In tutti questi anni tanta strada è stata fatta verso l’emancipazione eppure il popolo romanì, la più grande minoranza in Europa, rimane ancora vittima di discriminazione e razzismo. Le comunità sono escluse dalla vita sociale e tollerate solo quando sono collocate ai margini delle città, solitamente vicino alle discariche. Le amministrazioni possono permettersi qualsiasi tipo di disinteresse, emarginazione che non sarebbero tollerate verso altre persone.

L’ignoranza nei confronti di questo popolo è diffusissima: pochissimi ne conoscono l’origine, la storia, il contributo culturale, il numero. Pochi sanno che molti rom e sinti sono cittadini italiani e che moltissimi di loro ricoprono ruoli importanti nella nostra società. E tuttavia nonostante la discriminazione, possiamo trovare bambini rom tra compagni di banco dei nostri figli.

Nella Giornata Mondiale del Popolo Romanì dobbiamo denunciare, ancora una volta, l’emarginazione e la discriminazione che vive la comunità presente a Viareggio che, seppur collocata in una struttura comunale, risulta abbandonata a sè stessa, in una colpevole indifferenza di chi amministra la nostra città”.

 

 

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