VIAREGGIO. “Meno tasse e più lavoro uguale sicurezza.” È la formula coniata da Eugenio Vassalle, candidato sindaco del moimento W l’Italia, per “fare rinascere l’impresa con un protocollo d’intesa.

“L’accordo comune e impresa, che tanto vorrei che venisse adottato a Viareggio, dovrebbe essere sviluppato in più punti. Il Comune dovrebbe riconoscere l’impresa e l’iniziativa privata come primarie fonti di produzione di ricchezza, di benessere e di promozione sociale. Pertanto, ne favorirà in tutti i modi nascita, sviluppo e crescita concependosi come facilitatore fondamentale in questo processo di valore strategico per l’interesse cittadino.

“Nessuna impresa, inoltre, dovrà pagare le tasse comunali più del 10% del proprio reddito netto. Ogni impresa, a prescindere dalla sua dimensione, è libera di determinare e modulare il proprio organico come meglio ritiene: basta con la burocrazia e le autocertificazioni – eccetto quelle che riguardano la sicurezza.

“L’avvio di un’impresa è assolutamente libero e privo di oneri. Qualsiasi controllo normativo avviene ex-post e senza oneri di qualsiasi tipo per l’impresa, che può rivalersi nei confronti del comune per ogni indebita perdita di tempo. Gli organi tecnici e amministrativi del comune sono a disposizione in qualità di consulenti e a titolo gratuito. Essi si impegnano inoltre ad assistere l’impresa in tutte le sue necessità di promozione, creando in tal modo un vero e proprio “sistema città”.

Art. 5 – Ogni impresa si impegna a destinare il 2% del proprio fatturato a programmi per lo sviluppo ella promozione del nostro territorioe usufruendo di analogo contributo dello Stato.

Art. 6 – L’imprenditore che falsifica il bilancio perde il diritto ad esercitare l’impresa.

Se queste modeste e tutto sommato ancora timide proposte vi sembrano le provocazioni di un pazzo significa che non avete ben presente a quale stato di sfiducia, depressione e umiliazione sono state ridotte le aziende viareggine dalla protervia burocratica di uno Stato che si è allargato troppo, che non è consapevole di averlo fatto e che conseguentemente non sta facendo nulla per rimediare. ad oggi 86 imprenditori suicidati e 52 lavoratori e pensionati, quanto dobbiamo aspettare ancora per capire che se le tasse non si dimezzano l’impresa muore con i suoi attori principali.

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