ALBERTO CORSETTI: “NEL PD SI È PERSA LA LOGICA DI SQUADRA E DI COMUNITÀ”

Schermata 12 2456280 alle 14.25.13VIAREGGIO. “Ci auguriamo che il primo Consiglio dei Ministri sia dedicato all’agenda per creare occupazione e combattere la disoccupazione con politiche industriali e misure che favoriscano la crescita economica: superare lo squilibrio tra i precari e i lavoratori a tempo indeterminato, prevedere strumenti per gli ammortizzatori sociali che siano adeguati alle gravissime difficoltà del momento, agevolare l’accesso al mercato del lavoro per i nostri giovani. Ora il tema è come rispondere alle ansie: le cronache di questi mesi sono una triste testimonianza di quanti hanno perso il lavoro o hanno dovuto chiudere l’azienda.” Lo scrive in una nota Alberto Corsetti, segretario federale del Partito Democratico in Versilia.

“Rimettere in moto i pagamenti arretrati della Pubblica amministrazione alle imprese per i lavori già fatti è stata una cosa positiva che va immediatamente accompagnata a una politica di sostegno dei redditi più bassi.

“Legare la lotta all’evasione fiscale alla redistribuzione fiscale e non toccare, nemmeno sfiorare, la spesa pubblica per ridurre le tasse, perché in realtà di tagli ne sono stati decisi moltissimi e proporne altri significherebbe soltanto licenziare dipendenti pubblici, ridurre drammaticamente la copertura sanitaria e distruggere la scuola pubblica. Quello era il progetto della destra liberista alla Brunetta e Letta, su questi temi non può arretrare nemmeno di un millimetro, altrimenti è meglio andare a casa subito.

“Il punto vero è che l’Italia sta pericolosamente confermando risultati recessivi e contrazione del credito verso le famiglie e le imprese. Noi siamo in recessione più di altri, una faccenda su cui chiediamo un impegno forte del governo: politiche industriali serie e innovative; consentire ai comuni subito un po’ d’investimenti; iniziative per sollecitare investimenti privati sani.

“Gli italiani stanno perdendo terreno: cala il reddito, cala l’occupazione, le famiglie sono diventate uno strumento di welfare nei confronti dei giovani senza lavoro e degli anziani senza assistenza sufficiente. Non è giusto soprattutto nei confronti delle famiglie che non posso farlo, non è da Paese civile.

“È ormai urgente varare misure orientate all’occupazione su ogni settore strategico del nostro paese – industria, turismo e cultura. C’è una responsabilità ineliminabile delle classi dirigenti e ciò riguarda da vicino il dibattito sulla riforma del lavoro: non è vero che se fai una riforma che mette sotto scacco i sindacati e libera i licenziamenti, i mercati ti guardano con rispetto. Questa è la falsa ideologia liberista, la realtà è un’altra cosa.

“Nel Pd ci deve essere una logica di squadra o di comunità che non so quando e dove si sia persa e che ha favorito una logica di potere che cerca di riportare la discussione in tempi passati e che porta le ragioni della fondazione del nostro partito, alla loro inconsapevole negazione.

“L’idea originale, se non vado errato, mirava a fondere tradizioni distinte del riformismo in una moderna identità democratica, collocata nel campo progressista.

“La gamba sinistra di un’Europa che non può più aspettare a darsi una reale politica comunitaria e non può più aspettare a mettersi definitivamente dalla parte dei lavoratori e delle piccole imprese in un dialogo serrato e confortante per le classi più deboli rispetto ai poteri forti che oggi sono ancora più forti.

“Tutto doveva spingerci a lavorare perché il 2013 fosse la data della nostra rivincita, dopo la sconfitta del 2008. Invece, sembra che abbia prevalso la voglia di discutere di vecchie questioni, anche a livello locale, spesso basate su posizioni molto legate alle persone più che alla missione, al progetto del Partito Democratico in questa fase difficile della società italiana.

“Non lo nascondo: ho trovato singolare che, mentre i democratici del mondo si lanciano in questa battaglia, alcuni di noi, in Italia e anche in Versilia, non si siano uniti in quella rotta di apertura con forze, culture e movimenti che si collocano da questa parte del campo.

“Non si sono spesi per un dialogo onesto con tutti i cittadini pronti a condividere questo impianto culturale, un medesimo programma, una comune visione del futuro del nostro Paese dentro l’Europa politica e dei nostri territori dentro le regioni, mettendo il lavoro e la società al centro del dibattito.

“Credo che questo sia il solo, vero modo di rendere la politica una passione più umana.”

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