VIAREGGIO. “Mi piacerebbe promettere soldi alle imprese, ma non voglio illudere nessuno: le casse del Comune sono vuote, le chiusure dei negozi in città sono all’ordine del giorno e bisogna, per forza, battere altre strade per sostenere chi ha investito in un’attività”: è l’amara riflessione di Paolo Spadaccini, candidato sindaco per la lista Viareggio Popolare.

A partire dalla prima voce di spesa che grava sui commercianti, l’Imu – per i proprietari dei fondi – o l’affitto – per i gestori – sui quali può pesare la cifra che il ‘padrone di casa’ deve pagare al Comune. È qui che si può intervenire, “con una sorta di equo canone stabilito dal Municipio per chi possiede un fondo commerciale che porti sgravi diretti sull’Imu e, a cascata, sull’affitto degli eventuali gestori.”

Altra voce in capitolo che può avere il Comune è quella sui tributi municipali: “Una dilazione spinta sul pagamento della tariffa sui rifiuti e della tassa richiesta per il suolo pubblico potrebbe portare una boccata d’ossigeno alle imprese in difficoltà”. Solo per chi apreuna nuova attività, il candidato di Viareggio Popolare pensa a un fondo comunale di start-up, riservato ai titolari under 35.

“Lo stillicidio di saracinesche abbassate non uccide solo l’economia cittadina, quindi un capitolo di potenziale entrata ma appesantisce una voce di spesa, quella del settore sociale. Aiutare il commercio significa prevenire un doppio impatto negativo sul già sofferente bilancio comunale.”

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