MASSAROSA. Queste le notizie inviate dal Messico da Marta Graziani presidente associazione Padre Kolbe e da Massimiliano Talini, fratello di Mauro.

“Lunedi 20 maggio 2013.

Siamo ancora profondamente scossi dalla giornata di ieri.

Diverse volte nel blog di Mauro, si parlava di film… come se tutto quello che stava vivendo fosse la trama di un film: realizzare un sogno, concretizzare una sfida, trasmettere emozioni e farlo attraverso incontri, paesaggi, avventure, farlo nella fatica e nella gioia di tutti i giorni.

Ogni giorno Mauro si poneva un obiettivo, si preparava bene per vivere pienamente ed intensamente la giornata, perché nulla andasse perduto. Ogni giorno Mauro pregava e offriva la sua giornata a Gesù e Maria, rinnovava le sue intenzioni e le motivazioni del suo viaggio: diabetes no limits e povertà no limits; ogni giorno ripartiva in sella alla sua bici felice e sorridente perché andava incontro alla sua meta.

Cosi il 13 maggio, è partito presto perché la giornata sarebbe stata molto calda. La sua corsa alle 16.30 è terminata direttamente… nel cuore di Dio. L’impatto con il Tir è stato così improvviso, così violento che sicuramente non se n’e neppure accorto.

Per questo, oggi, abbiamo desiderato iniziare la nostra seconda giornata vicino a Mauro con la santa messa. Una messa privata, celebrata nella cappella della camera mortuaria “Carillo” da padre Tarcisio.

Il momento vissuto è stato di un’intensità straordinaria, e l’eco della Parola di Dio rifletteva sulle beatitudini: beati i poveri di spirito…, beati i miti…, beati i puri di cuore perché vedranno Dio.

Diverse e calorose le testimonianze che stiamo raccogliendo. Una mamma con la figlia di 15 anni hanno voluto venire all’obitorio a salutare Massimiliano a dirgli che sabato avevano incontrato Mauro, una persona di Pisa che ora risiede a Caborca è venuta per offrire la sua disponibilità ad aiutare; un ciclista (il ciclismo è uno sport molto praticato in Messico) sta cercando assieme alle società sportive locali e non solo, di progettare la conclusione del viaggio di Mauro con una sorta di ciclo pedalata a staffetta. Ha espresso poi il desiderio di avere la bandiera che Mauro aveva nella bici come simbolo del testimone”.

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