VIAREGGIO. “L’altra sera presso l’Auditorium Enrico Caruso del teatro Giacomo Puccini di Torre del Lago sono stati presentati i tredici candidati alla poltrona di sindaco di Viareggio: seduto in sala, vedendoli tutti in fila sul palco, mi è tornata alla memoria il romanzo di Agatha Christe ‘Dieci piccoli indiani’ – il numero è irrilevante -. Tutti, come nel romanzo, vanno a fare una vacanza su di un’isola (Viareggio), ognuno legge in camera propria una filastrocca su pergamena di dieci piccoli nani che è una sentenza di morte, e alla fine della storia tutti muoiono tranne uno.” Lo scrive Maurizio Rosellini, segretario viareggio del Partito Liberale.

“Ecco: la trama è la stessa, ma il problema è il confronto non era una lettura di un romanzo, ma la vita romanzata dei tredici candidati a sindaco. Dico questo perché sia da quello che dicevano, sia dagli atteggiamenti di ognuno di loro traspariva la pochezza delle loro argomentazioni a problemi triti e ritriti di una città bellissima ma disastrata, e come nel romanzo ogni uno alle domande del moderatore dava riposte in punta di fioretto, cercando di distinguersi dall’ altro candidato sugli stessi temi imposti dal moderatore.

“In questa soporifera serata fra sbadigli e applausi per risvegliare l’interesse della platea, mancava senza dubbio il nano e la ballerina e poi il circo si sarebbe ricreato, in una magia percepita nell’aria solo per il riverbero della luna sul lago.

“Che dire, in un momento politico come quello attuale dove anche il governo si coagula in grandi intese, i politici locali nel bene comune dovrebbero tutti fare un passo indietro e cercare insieme attraverso i cosiddetti cacciatori di teste, di assumere alla guida della città un manager di provata esperienza e capacità organizzative, perché se non si è ancora capito che un comune deve essere gestito come una qualsiasi industria , dove gli utili si trasformano nel sociale ed in minor spese per i residenti, non si va da nessuna parte.

“E questo lo dico sopratutto ai vari candidati che in cuor loro sanno perfettamente di non essere all’altezza del compito, ma per motivi di bandiera si buttano nella mischia, cercano di trincerarsi dietro il simbolo come uno scudo protettivo, io come tutti i viareggini di buon senso mi auguro che chi avrà le chiavi della città sappia aprirla e non scassinarla e ancora una volta, come a teatro aspettando Godot, mi aspetto che per il bene di Viareggio arrivi davvero.”

(Visitato 62 volte, 1 visite oggi)

COLUCCINI: “VI SPIEGO COS’È DAVVERO ‘ECCO FATTO'”

GIORGETTI: “TASSA DEI RIFIUTI INIQUA, PER LE CASE VA CALCOLATA SUL NUMERO DI RESIDENTI”