SERAVEZZA. “General di Seravezza! La società del momento e che applica a macchia di leopardo il contratto nazionale di lavoro. La General, che è anche proprietaria dei negozi a marchio Ipersoap, è un magazzino di detersivi dove ci sono grossi problemi ad avere corrette relazioni sindacali, almeno è quello che percepiamo e quindi la dirigenza prova con la “forza” a dettare le regole ai lavoratori”.

Lo afferma Umberto Marchi della Filcam Cgil provinciale.

“Siamo entrati in questa società da poco tempo e alcuni lavoratori si sono rivolti a noi, a causa delle molte ore di straordinario che il personale deve svolgere tutto l’anno. Per noi è importante che in questo particolare momento che vive anche la nostra provincia, ci sia un’azienda capace di lavorare e aprire nuovi negozi, ma questo non può significare togliere diritti ai lavoratori, forse ci dicono, spesso calpestati da titolari che girano per il magazzino urlando, modi di fare arroganti, liste nere dei lavoratori considerati “cattivi” solo perché hanno chiesto aiuto al sindacato, lettere di contestazione al personale che tarda l’uscita dal lavoro anche di solo pochi minuti, o addirittura dipendenti che in straordinario devono chiedere, quasi supplicare un permesso “per uscire prima” poiché deve andare a trovare la propria madre ricoverata all’ospedale….

Le riteniamo fatti gravi e il personale lo riferisce come terrorismo psicologico, costretti a fare senza chiedere. Sinceramente, pensavamo che questo genere di soprusi fossero cessati tanti anni fa, invece notiamo che anche nel 2013 qualche azienda che applica la legge del più forte, esiste sempre.

Nel nostro primo incontro tenuto con la direzione aziendale, abbiamo trovato ad accoglierci un avvocato e in tale incontro abbiamo cercato, anche con l’aiuto dello stesso avvocato, di costruire corrette relazioni sindacali cui possa beneficiarne la società e il lavoratore, ci eravamo illusi che ci fosse volontà a soluzioni condivise, invece notiamo una netta presa di posizione societaria.

Nel mese di gennaio scorso, dopo poco dal nostro primo incontro, ci avvisarono telefonicamente che iniziavano a lavorare anche di sabato riorganizzando il lavoro, chiedemmo un rinvio per darci modo di parlare con il personale, la risposta secca e tassativa fu NO! Ovviamente, da subito ci hanno segnalato differenze tra lavoratori, “bravi e cattivi”, alcuni il sabato stavano a casa o andavano a lavorare in straordinario volontario, altri, iscritti alla CGIL, il sabato dovevano andare a lavoro e basta! Nel successivo incontro trovammo soluzioni per lavorare più ore giornaliere facendo risparmiare ore di straordinario e non lavorando il sabato o lavorandolo al bisogno con il solo straordinario, un risparmio economico non indifferente, ma anche qui le risposte sono state negative, come negative sono state quando abbiamo richiesto alla ditta di pagare FONDO EST, l’assistenza sanitaria integrativa prevista e obbligatoria dal 2011 nel contratto nazionale di lavoro a favore del personale dipendente, anche qui giocando di astuzia, la risposta non poteva che essere negativa. Che dire, tre proposte, tre negazioni, anzi, come d’incanto si obbliga il personale ad andare in ferie estive a maggio e ottobre, si lavora il sabato e da lunedì a venerdì si fanno ore di straordinario e per ultimo non paghiamo l’assistenza sanitaria al dipendente creandogli anche un danno economico. Visto i presupposti, conclude Umberto Marchi, non possiamo che chiedere l’intervento dell’ispettorato del lavoro, non escludendo neppure scioperi, la gente vuole andare a lavoro tranquilla e sapere che oltre al dovere, ci sono dei diritti.

Che i lavoratori abbiano doveri nessuno lo nega, ma non dobbiamo dimenticare i diritti, riteniamo che i rapporti debbano essere civili e democratici, non vogliamo grandi cose, ma lavorare serenamente non in un clima di terrore”.

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ultimo aggiornamento: 01-06-2013


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