(foto Marco Pomella)
(foto Marco Pomella)

LUCCA. È in corso a Lucca l’udienza preliminare: durante l’incidente probatorio tra le questioni al centro della discussione c’è stata, appunto, la causa dello squarcio nella cisterna. Per l’accusa fu un picchetto, per le difese – compresa quella delle Ferrovie dello Stato – fu un componente dello scambio. “La relazione tecnica della Commissione d’indagine – è scritto nell’integrazione depositata il 31 maggio, attribuisce – una maggiore plausibilità quale strumento agente che ha prodotto lo squarcio alla cisterna al picchetto numero 24 di verifica della curva dell’asse del binario di corsa del convoglio”.

“È di tutta evidenza – continua comunque la relazione – il fatto che, una volta subito il deragliamento ed il conseguente ribaltamento, la ferro-cisterna era fortemente esposta a molte possibilità di impatto – per esempio – con un eventuale convoglio incrociante in senso opposto o i pilastri metallici di un portale o ancora una spalla di un ponte”.

Alla luce di quanto detto, la Direzione generale per le investigazioni ferroviarie del ministero delle infrastrutture formula “le seguenti raccomandazioni tecniche: l’Ansf vorrà considerare di impegnare Rfi Gestore dell’infrastruttura, affinché o studi ed attui un mirato piano di graduale rimozione dei picchetti o avvii una graduale installazione di sistemi di protezione e confinamento degli stessi picchetti che ne annullino la intrinseca potenzialità di diventare strumento di taglio e lacerazione”.

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29 giugno ferrovia Lucca ministero picchetti strage treno udienza preliminare

ultimo aggiornamento: 03-06-2013


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