(foto Pomella)
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FIRENZE. Ancora una leggera flessione delle vendite in Toscana nel primo trimestre 2013, con il commercio al dettaglio in peggioramento dello 0,5 per cento rispetto al 6,3 del trimestre precedente. Niente però rispetto al crollo nazionale dei consumi, pari ad oltre il 10 per cento. Vale inoltre registrare nella nostra regione una sia pur piccola inversione di tendenza riguardo alle aspettative sulle vendite, con un’attenuazione dei segni negativi toccati negli ultimi trimestri. Sono queste, in sintesi, le indicazioni contenute nel rapporto sulla Congiuntura delle imprese del commercio al dettaglio in Toscana, Consuntivo 1° trimestre 2013-Aspettative 2° trimestre 2013, elaborata dall’Ufficio Studi di Unioncamere Toscana.

Dopo i continui cali registrati a partire da inizio 2011, va sottolimeato il clima di fiducia degli operatori che evidenzia una timida inversione di tendenza nelle aspettative sulle vendite. Si è momentaneamente arrestata la diffusione del pessimismo nelle piccole e nelle medie strutture commerciali, così come fra gli specializzati (alimentari e non). Si è invece assottigliato il saldo positivo per ipermercati, supermercati e grandi magazzini (da +17 a +7 punti percentuali). Anche le aspettative circa l’andamento degli ordinativi rivolti dalle imprese del commercio al dettaglio ai propri fornitori sono in lieve recupero, anche se predomina comunque un atteggiamento prudenziale nel rifornimento dei campionari. Resta comunque la crisi dei negozi di vicinato, quelli che non vanno oltre i 5 dipendenti; qui la perdita di vendite sfiora tra gennaio e marzo il 9 per cento.

“Siamo consapevoli di essere di fronte a una crisi senza precedenti che sta colpendo l’intero sistema e le nostre imprese commerciali; a causa della preoccupante riduzione dei consumi, si sentono in grande difficoltà – commenta i dati l’assessore regionale al commercio Cristina Scaletti -. La Regione intende fornire in questa fase un sostegno che si manifesta sia attraverso azioni legislative, come dimostra il ricorso alla Consulta fatto per garantire la giusta armonia tra piccola, media e grande distribuzione; sia attraverso interventi diretti. Penso al rafforzamento dei centri commerciali naturali, al rilancio del programma Vetrina Toscana e alla valorizzazione dei negozi storici: l’obiettivo è difendere l’identità e la tipicità mettendo in rete importanti collaborazioni con le associazioni di categoria e le Camere di commercio”.

Grazie alla legge regionale n. 52 del settembre 2012, che ha modificato il Codice del commercio, la Toscana è l’unica regione dove micro e piccole imprese commerciali possono avviare un’attività fino a 300 metri quadri con una semplice segnalazione certificata di inizio attività. “Sono tutte azioni che vogliono garantire la competitività del sistema toscano – aggiunge l’assessore -. Anche il progetto va in questa direzione: qualificare la rete del piccolo commercio in Toscana”.

Finanziato per 865mila euro, il progetto attinge a risorse europee e prevede interventi mirati a favorire lo sviluppo, l’ammodernamento, la qualificazione e l’innovazione delle piccole e micro imprese commerciali. “Ma soprattutto intende stimolare l’entrata nel mondo imprenditoriale dei giovani favorendo un ricambio generazionale capace di modernizzare le attività commerciale di famiglia – conclude l’assessore Scaletti -. Infine, la Toscana vuole continuare a svolgere un ruolo forte nella discussione sulle liberalizzazioni. Fino ad ora, nel campo del commercio, non hanno prodotto i risultati attesi, acuendo invece una serie di questioni sociali, sia per i proprietari dei piccoli esercizi che per i lavoratori dell’intero comparto”.

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caduta commercio crisi cristina scaletti Regione Toscana

ultimo aggiornamento: 23-06-2013


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