VIAREGGIO. Il segretario versiliese di Rifondazione comunista, Mario Navari commenta duramente il silenzio dell’ad di Ferrovie, Mauro Moretti dopo il suo rinvio a giudizio – deciso giovedì dal gup di Lucca Alessandro Dal Torrione – insieme ad altri 32 imputati per la strage di Viareggio del 29 giugno 2009.

“La dialettica dell’ ex sindacalista è finita dietro un no-comment”. Scrive in un comunicato Navari, per poi aggiungere:  “In compenso abbiamo letto le dichiarazioni del suo legale, l’avvocato Armando D’Apote. Parole che rinnovano la rabbia dei comitati, delle istituzioni, dei familiari e di tutti coloro che si battono per la verità e la giustizia: “pressioni di un’intera città”, “cartina di fumo creata proprio dalla pressione mediatica”, “Moretti è un simbolo”, “non vi è responsabilità se non dell’ operaio che ha avuto tra le mani l’ assile e non ha visto la cricca”. Niente di nuovo, da sempre negli incidenti ferroviari i potenti di turno hanno teso dare la colpa ai lavoratori. Moretti non è un simbolo ma l’ amministratore delegato, e come qualsiasi altro responsabile di azienda ne rappresenta le scelte che vengono fatte e i suoi effetti. Il mondo mediatico nazionale ha tralasciato le informazioni legate a questo incidente e soltanto grazie al lavoro fatto sul territorio si è riusciti a far conoscere le novità raccolte utili per il processo. Elementi necessari per chiarire come sia stato possibile arrivare a trentadue morti”.

 

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ultimo aggiornamento: 20-07-2013


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