VIAREGGIO. Duro colpo al triste fenomeno della prostituzione di transessuali presente a Migliarino e in altre zone della città, tra Viareggio, Massarosa e Pisa.
Un anno di indagini serrate, condotte in collaborazione tra la Squadra Mobile di Pisa e la Squadra Anticrimine del Commissariato di Viareggio, ha permesso di individuare e disarticolare un’agguerrita organizzazione criminale che si occupava di favorire l’immigrazione clandestina in Italia e di gestire nel territorio tra le province di Pisa e Lucca la prostituzione di transessuali brasiliani.
Cinque le persone arrestate ieri mattina dalla polizia, quattro brasiliani, già conosciuti per aver praticato loro stessi la prostituzione su strada, e un italiano considerato il fac-totum e la mente del sodalizio delinquenziale.
L’attività investigativa, frutto anche di precedenti indagini condotte sullo stesso tema dal Commissariato di Viareggio e riattivate, nel luglio del 2012, grazie alla collaborazione, col personale della Squadra Mobile di Pisa, con organizzazioni umanitarie come la DIM (Donne In Movimento) che avevano segnalato alla polizia la presenza di transessuali provenienti dal sud America che intendevano affrancarsi dalla propria condizione e che le citate organizzazioni avevano provveduto ad alloggiare in luoghi segreti e sicuri, nonché da persone dell’ambiente transessuale, noto al personale del Commissariato di Viareggio, che sollecitavano le vittime alla collaborazione presentando denunce precise e circostanziate. Dalle dichiarazioni rese da queste vittime, sottratte così al loro sfruttamento, e dai riscontri effettuati dagli investigatori è stato possibile individuare tutti i responsabili del traffico in questione.
Definita e organizzata nei minimi particolari la tratta e la gestione su strada della prostituzione delle vittime che venivano reclutate direttamente in Brasile con la promessa di poter esercitare il meretricio in Italia, garantendo loro anche alloggi previo pagamento di ingenti somme a titolo di affitto settimanale. Il gruppo si occupava anche di acquistare i biglietti per il volo aereo e di procurare ai giovani “trans-gender” che giungevano in Italia i documenti e il denaro necessario a superare i controlli alla frontiera nonché l’alloggio sul territorio. Solitamente i transessuali giungevano in Francia con visti turistici e false prenotazioni di alberghi transalpini, raggiungevano l’Italia in treno dove venivano accolti dai c.d. “segretari” dell’organizzazione che li dislocavano in appartamenti a Viareggio, Pisa e Montecatini. Quando le “vittime consapevoli” arrivavano finalmente nelle mani degli sfruttatori scoprivano che la prostituzione l’avrebbero esercitata in strada e che per affrancarsi da questa situazione dovevano prima pagare l’organizzazione un riscatto di circa 20.000 euro. A tale somma le prostitute dovevano aggiungere un prezzo per il pagamento del luogo di prostituzione, in così detti “joint” dislocati sull’Aurelia, tra Pisa e Livorno, o a Migliarino, tra Pisa e Torre del Lago, controllati da altri appartenenti al gruppo criminale. Chi tentava di rifiutarsi o di sottrarsi a tale giogo veniva minacciato e picchiato, tanto che tra i capi d’imputazione dell’Ordinanza di custodia cautelare in carcere adottata dal GIP del Tribunale di Pisa, dott. ssa Elsa Iadaresta vi è anche l’estorsione, la rapina e le lesioni aggravate.
Ieri mattina dunque la conclusione delle indagini, coordinate dal PM della Procura Pisana, dott.ssa Paola Rizzo, con la cattura di tutti i responsabili: gli indagati sono stati associati nella serata ai carceri di Pisa e Lucca.
L’operazione in questione, come già sommariamente detto, ha permesso di individuare i canali internazionali attraverso i quali i giovani brasiliani venivano inviati in Italia per essere sfruttati. In particolare, in un gergo tutto brasiliano, le persone a capo dell’organizzazione, che reclutavano materialmente i transessuali in Brasile, li inviavano in Italia, “estorcendogli” l’impegno di pagare la somma di 20.000 Euro, con la loro prostituzione, venivano definite “MAME”, usando il nome bellissimo e dolcissimo per indicare un turpe sfruttatore, sempre deciso e crudele con le vittime. In Italia la “MAMA” in questione (che rimaneva in Brasile), si avvaleva dell’opera di Segretari, gestori delle case, i quali avevano il compito di ricevere i transessuali nel nostro paese, di portarli in strada, nei luoghi di prostituzione, di gestirli con pugno di ferro e di imporre loro, anche e soprattutto con la violenza i pagamenti con il denaro derivante dalla loro attività immorale su strada. L’operazione, come detto, è il felice frutto della collaborazione del personale della Squadra Mobile di Pisa (provincia ove i transessuali si prostituivano) e le organizzazioni umanitarie, nonché del personale del Commissariato di Viareggio (sul cui territorio si trovavano le abitazioni ove i transessuali venivano alloggiati, che nel tempo è riuscito a creare una notevole rete di conoscenze, anche fiduciarie all’interno di un ambiente così diffidente e “difficile” come quello dei transessuali brasiliani, spesso clandestini e quindi terrorizzati da qualsiasi contatto col personale di Polizia temendo di essere rimpatriati nel paese d’origine.