FIRENZE. Un fondo di social housing per le famiglie che non possono permettersi affitti a prezzi di mercato nè possono accedere alle case popolari; un’accelerazione per la riqualificazione energetica degli edifici pubblici; un fondo di garanzia, rivolto ai privati, per interventi di messa in sicurezza sismica e per il miglioramento dell’efficienza energetica, per consumare meno gas ed energia elettrica e resistere meglio ai terremoti; il finanziamento per la risistemazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica e interventi regionali pilota per la creazione di alloggi in bioarchitettura e bioedilizia da mettere temporaneamente a disposizione di famiglie in difficoltà.

Sono quattro proposte che l’assessore alla Presidenza della Regione Toscana, Vittorio Bugli, ha illustrato lunedì scorso durante la riunione del ‘tavolo per l’edilizia’, riunitosi a Firenze a Palazzo Strozzi Sacrati. “Per battere la crisi del settore edilizio – ha detto Bugli aprendo i lavori – occorre andare oltre la logica dell’emergenza, mettendo in campo nuove idee, progetti, adeguamenti legislativi e provando a rilanciare un comparto decisivo per l’economia della Toscana”. Un cambio di passo, accolto con favore dai rappresentanti delle associazioni di categoria del settore e delle istituzioni intervenuti alla riunione, che la Regione Toscana intende promuovere trasformando lo stesso tavolo in uno strumento permanente per l’innovazione nel settore delle costruzioni, aperto ai contributi di tutte le associazioni di categoria.

“Ci incontreremo dal 23 settembre tutti i terzi lunedì del mese” ha annunciato Bugli. Accanto a lui il collega alle infrastrutture e ai trasporti Vincenzo Ceccarelli: quella degli appalti pubblici è del resto una percentuale importante del fatturato delle costruzioni, anche oggi, nonostante i tagli e i tetti sempre più bassi e stretti imposti dal patto di stabilità. Già il mese prossimo, dunque, si inizierà a discutere e lavorare sui quattro filoni di azione anticipati da Bugli.

Le proposte in dettaglio
La prima idea è proporre la costruzione di un fondo immobiliare di social housing che veda pubblico e privati assieme – banche ed imprese, Cassa Depositi e Prestiti, Camere di commercio, fondazioni – e che dia una risposta a quelle famiglie che non hanno i requisiti per accedere ad un alloggio pubblico ma che sono in difficoltà ad andare sul mercato. Una zona grigia sempre più ampia. Il fondo consentirebbe di valorizzare immobili ora sfitti e non utilizzati, offerti con affitti calmierati a poco più di 400 euro al mese ma anche con la possibilità di riscatto.

La seconda azione riguarda un’accelerazione per la trasformazione degli edifici pubblici in immobili a consumo energetico quasi zero.

Il terzo punto somma due mosse: le garanzie erogate da un fondo regionale per accedere ai prestiti per la messa in sicurezza degli edifici in zone sismiche e per il miglioramento dell’efficienza energetica rafforzando le detrazioni statali ora portate al 65% in 10 anni (si stima che mediamente ogni intervento possa aggirarsi tra 20 e 30 mila euro) e una task force di consulenti (attivata grazie al progetto Giovani Sì e che potrà lavorare con il supporto degli ordini professionali) in grado di permettere alle famiglie una valutazione puntuale dei vantaggi delle ristrutturazioni e degli interventi di riqualificazione. Si stima che la spesa media di ogni intervento possa aggirarsi attorno a 20-30 m ila euro. Due misure per risolvere gap di informazione ed accesso al credito.

La quarta misura messa in campo riguarda infine il finanziamento di interventi regionali pilota per la creazione di alloggi in bioarchitettura e bioedilizia da mettere temporaneamente a disposizione di famiglie in difficoltà. La giunta regionale ha già deciso un primo intervento da 13 milioni. L’obiettivo è anche quello di sbloccare in poche settimane i 1.700 alloggi ‘di risulta’, la cui ristrutturazione è ferma a causa di difficoltà legate al patto di stabilità.

Alla riunione del tavolo sull’edilizia si è parlato anche di credito, semplificazione, internazionalizzazione e pagamenti dei debiti della Pubblica amministrazione, che saranno però oggetto di accordi generali con tutti i soggetti economici.

Walter Fortini
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Edilizia, un settore pesantemente colpita dalla crisi
FIRENZE – I numeri la dicono lunga sulla crisi che sta attraversando il settore delle costruzioni, tra i più penalizzati dalla difficile congiuntura. A maggio l’Ance, l’associazione dei costruttori edili, ha registrato in Toscana ancora un -3% annuo tra le imprese attive (scese a 61.994) e un -8,3 tra i lavoratori (122.647). In contemporanea sono aumentate le ore di cassa integrazione (7,1 milioni, + 10,4%), si sono contratti gli importi dei bandi di gara (- 10,4%), le compravendite residenziali (-26,7%) e i prestiti bancari (-13,9%).

La crisi del settore edile è certo la conseguenza della minore disponibilità economica delle famiglie, costrette a rinviare i progetti per il futuro, ma anche della stretta sul credito da parte delle banche e degli appalti pubblici che si sono ridotti, per via dei tagli e del patto di stabilità. A questi si aggiungono i ritardi nei pagamenti, a cui governo e Regione hanno di recente messo una pezza, con 325 milioni che solo per Regione e Asl saranno entro la fine di agosto pagati.

Contro la crisi la Regione ha proposto un cambio di passo trasformando il tavolo dell’edilizia da una risposta temporanea all’emergenza ad una cabina permanente da cui lavorare per mettere in campo nuove idee, progetti ed adeguamenti legislativi. In parallelo si sta lavorando anche alla riattivazione del tavolo regionale sul settore lapideo. La Regione Toscana investirà nel triennio 2013-2015 sul solo fronte delle infrastrutture più legate dei trasporti qualcosa come 1 miliardo e 724 milioni. Altri 23,5 miliardi riguardano, nello stesso periodo, le infrastrutture.

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crisi edilizia Regione Toscana

ultimo aggiornamento: 31-07-2013


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