VIAREGGIO. Arriva direttamente a casa di Michelangelo Di Beo la raccomandata firmata Rifondazione Comunista segreteria della federazione della Versilia. La raccomandata, richiesta dal circolo Caracol, dopo la richiesta vocale di alcuni dirigenti del partito, riguarda lo sfratto del collettivo Caracol dalla sede del circolo Nilo Caprili, sede ormai da anni delle pratiche sociali del collettivo e per ultimo di Unione Inquilini, che praticano politica reale e concreta su tutto il territorio viareggino e del quartiere Varignano in primis.

“La stessa Unione Inquilini – scrive Di Beo – che da anni ormai si batte contro gli sfratti, contro gli sgomberi e per politiche abitative più giuste, che rendano il diritto all’abitare un diritto innegabile per tutti, proprio questa associazione, insieme alla scuola popolare, che da anni toglie ragazzi dalla strada e li rieduca culturalmente e politicamente, insieme alla scuola di lingue per migranti e stranieri, che vede nell’integrazione e nell’inclusione sociale, culturale e politica una fondamento necessario per le politiche estere, insieme al Gap (gruppo di acquisto popolare) che riforniva a prezzi popolari e con sistemi di filiera corta e qualità controllata i generi alimentari a più di 70 famiglie e insieme allo sportello di recupero per le scuole superiori e allo psicologo popolare verranno tutte cacciate. I finti comunisti che tanto millantano al socialismo reale nella citta di Viareggio  si adagiano tra accordi e logiche di compromessi per il potere”.

“È incredibile che un partito che si definisce comunista voglia cacciare realtà politiche così preziose per la cittá, che hanno dato l’ennesima dimostrazione, con l’approvazione e la simpatia che la cittá ha dimostrato a questo circolo presentandosi in decine di migliaia alla sua festa. Un partito comunista che si rintana dietro statuti, obblighi di proprietá e possessi privati, è un partito morto che non esce piu dalle sue stanze, è la riprova dell’autoritarietá dei propri dirigenti, che scavalcano la democrazia al servizio del potere.

“La cosa ancor più grave è che la comunicazione di rilascio della sede, che precisiamo essere di rifondazione, è arrivata prima telefonicamente e poi su nostra forte richiesta per raccomandata, solo per decisione del segretario federale Mario Navari, senza che tutto il partito, o quantomeno li organi dirigenti del comitato politico federale, ne fossero al corrente come da noi richiesto. Ennesima riprova che li comandano in pochi e che la democrazia ha livelli differenti, ch una singola persona possa permettersi, com in passato, di decidere per tutto il partito ha dell’incredibile. Chiediamo che la comunicazione di sfratto ci venga mandata con le firme e l’approvazione di tutto il CPF, in modo che sará tutto il partito a volerci cacciare e non solo la solita persona che da anni ci fa la guerra”.

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