FORTE DEI MARMI. Si terrà a  Forte dei Marmi all’interno della Galleria d’arte “Il Forte Antichità” la personale di Elisabetta Rogai, l’artista fiorentina  che “racconta” le donne. Ad ospitare la personale dell’artista sono proprio due donne, Patrizia Grigolini e la figlia Veronica, titolari della  galleria d’arte fortemarmina, piena di oggetti antichi e pieni di storia, una ricerca continua di una armonia dell’ antico con il moderno fatta da pezzi di alto antiquariato, prima patina, uniti a materiali sorprendenti come il perpex, legni antichi, acciaio, ferro, antiche tessiture, marmi levigati ma anche apprezzate progettiste d’interni, ristrutturazione e arredamento, che si avvalgono esclusivamente di imprese artigiane italiane, pronte ad un nuovo evento al femminile, una mostra personale dell’artista fiorentina e ormai internazionale Elisabetta Rogai.

Al suo ritorno da Hong Kong, prima di arrivare in Versilia l’artista è stata l’applaudita interprete di una performance live all’inaugurazione del  Forte Belvedere ed è stata premiata proprio in questi giorni come “Artista dell’anno” dalla Friends of Arts Foundation, premio che ritirerà in novembre in Sudamerica; e, in questa calda estate, dove la ricerca del fresco porta al fascino ombroso  della Versilia, nasce Spiccano tra queste alcune opere create con la tecnica di Enoart, una personalissima invenzione dell’artista che consiste nel dipingere usando come colore il vino. Dopo anni di studio e molti tentativi, attraverso l’aiuto del professor Roberto Bianchini (docente di chimica organica dell’Università degli Studi di Firenze) Elisabetta Rogai è riuscita a capire come “fissare” il vino sulla tela, un procedimento particolare che dona al quadro una vita vera e propria: sulla tela infatti il vino invecchia ed i colori seguono l’andamento del tempo passando da quelli tipici dei vini giovani (colori vivi come viola e porpora) a quelli che caratterizzano i vini “invecchiati” (ambra, rosso mattone, arancio, dalle tonalità più spente). Ciò che rende queste opere d’arte davvero particolari è il fatto che dopo un primo tratteggio della bozza del disegno fatta con il carboncino l’artista nella loro realizzazione usa solo ed esclusivamente vino rosso (e bianco per le sfumature) senza aggiungervi altri componenti. Un fissaggio naturale impedisce poi al vino di invecchiare oltre un certo limite, stabilito da Elisabetta: in questo modo i colori restano sempre relativamente luminosi, senza sbiadire troppo.

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