MASSAROSA. M5S mette in discussione la ” volontà dell’Amministrazione di censire i terreni incolti di proprietà del Comune sparsi nel territorio e di procedere alla loro vendita con un bando pubblico. Una interessante e lodevole iniziativa – scrive M5S – che porterebbe indubbi vantaggi economici alle esangui casse di Massarosa. Ma la vendità e la soluzione giusta? Ad una prima impressione parrebbe di sì: bando pubblico, chiunque può parteciparvi, regole (speriamo) chiare per la graduatoria di assegnazione, atti notarili ufficiali ed incassi sicuri”.

“Non sarebbe forse più utile – prosegue M5S – in tempi di crisi come questi, utilizzzare questi beni improduttivi per stimolare un minimo di ripresa economica? Come? Facendo lo stesso un bando ma con una diversa finalità. Offrire questi terreni improduttivi, tramite contratti di comodato gratuito o, alla peggio, con contratti di affitto agricolo agevolato, a giovani imprenditori o cooperative di agricoltori perchè possano coltivarli e renderli produttivi. Certo le casse del Comune incamereranno cifre ben più modeste ma il vantaggio per la collettività è maggiore. Mettiamo che vengano messi in vendita come prevede il Comune. Si tratta spesso di cifre non indifferenti, un ettaro di terreno agricolo incolto o di scarsa qualità veleggia comunque sui 100.000 euro. Ed il Comune ovviamente non vorrà certo impelagarsi in vendite rateali o coperte da finanziamenti, difficili da ottenere in circostanze normali, figuriamoci ora e per dei terreni incolti! Nè vorrà iniziare complesse e costose procedure di frazionamento per ridurre in estensione le particelle più grosse. Quindi ad avvantaggiarsene saranno solamente Enti o Ditte che dispongono di capitali, geometri e notai per le inevitabili pratiche di compravendita, e non il piccolo coltivatore che abbia pochi soldi ma necessità di più terreno. Invece la soluzione da noi proposta porta comunque nelle casse del Comune qualche introito dai contratti di affitto ma, a seguire nel tempo, anche gli incassi da IRPEF, IRAP e TARES, e, nel lungo periodo, anche i vantaggi derivanti dall’aumento di giro d’affari, dall’assunzione di braccianti o lavoratori stagionali, dall’incremento della produzione in un Comune che, fra l’altro, si fa vanto proprio di essere un Comune “Agricolo” per eccellenza. Ed infine, sempre che la nostra Amministrazione dimostri un minimo di buona volontà aggiuntiva facendosi “garante” istituzionale, questi agricoltori che iniziano o allargano la propria attività, possono anche accedere ai contributi che la Regione stessa, tramite FidiToscana, o la Comunità Europea stanziano ed i cui importi sono una boccata d’ossigeno per chi abbia un minimo di buona volontà e dei terreni da offrire in “garanzia”. Quindi meditiamo su queste due alternative e vediamo qual’è la migliore per la collettività. Noi del MoVimento riteniamo ovviamente che sia la seconda perchè viene incontro ai bisogni dei cittadini mentre la prima e cioè la vendita porta vantaggio solamente all’Amministrazione e non è detto che questo vantaggio venga poi redistribuito in forma di servizi o minore tassazione”.

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ultimo aggiornamento: 21-08-2013


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