VIAREGGIO. Per uno che adora la lenza e l’amo esattamente quanto scarpini e parastinchi sarà certamente piacevole ritagliarsi un cantuccio in cima al molo, nella selva di canne da pesca, quando non sarà su un campo di calcio. Già questo basterebbe a far sbocciare l’idillio tra Viareggio e il trequartista Ighli Vannucchi, autentico colpo di mercato dell’undici bianconero che domenica inizia una nuova avventura nel campionato di Lega Pro.

Sotto il sole della Toscana. Ighli nasce nel 1977 a Prato, dove è amore a prima vista con il pallone da calcio: dopo gli inizi nel Maliseti, squadra del suo quartiere, arriva la chiamata del Margine Coperta, che ha una corsia preferenziale con le giovanili dell’Atalanta. Dopo un buon biennio è tempo di un nuovo trasferimento, ancora in Toscana: dal nerazzurro si passa al rossonero della Lucchese. Ighli sfoggia tutto il suo repertorio di colpi di genio: nel 1997 trascina la squadra Primavera agli ottavi di finale del Torneo di Viareggio, dove i rossoneri escono dopo una sconfitta di misura con l’Inter. E diventa subito un elemento irrinunciabile della prima squadra.

Il grande salto. La stagione 1997-98 al “Porta Elisa” consacra il genietto pratese, che in estate passa alla Salernitana, appena salita nell’empireo del calcio italiano. Ighli colleziona 31 presenze e trova anche la via del gol: i tifosi campani rammentano soprattutto quello della penultima giornata contro il Vicenza, segnato in prossimità del novantesimo minuto, foriero di speranze in una salvezza che tuttavia sfuggirà. Nel frattempo Ighli arriva a vestire la maglia della nazionale: Marco Tardelli, selezionatore toscano dell’Under 21, lo convoca per gli Europei nell’ex Cecoslovacchia che si concludono con il trionfo italiano. La grande Lazio di Cragnotti è sulle sue tracce, ma il trasferimento non si concretizzerà mai.

Empoli mon amour. La parentesi di Salerno dura l’arco di due stagioni e mezzo: nel gennaio 2001 si trasferisce a Venezia, ma proprio quando i lagunari conquistano la massima serie il ragazzo perde il posto da titolare. Il vulcanico presidente Zamparini, allora, lo manda in prestito all’Empoli: qui, tra le placide colline della natìa Toscana, Ighli trova la felicità. Per otto stagioni non si muoverà da qui – unica eccezione l’annata avara di soddisfazioni a Palermo -, divenendo l’idolo indiscusso dei tifosi azzurri e contribuendo alla storica qualificazione alla Coppa Uefa.

Celebrità del web. Chiusa l’esperienza empolese nel 2010, il fantasista riparte addirittura dalla terza categoria, da Guamo. Ma la pensione non fa ancora per Ighli, che questa volta emigra in Liguria: lo Spezia gli dà la possibilità di ricominciare tra i professionisti, poi nel 2012 è l’Entella a investire su di lui. Ighli diventa il punto di forza dell’undici chiavarese che arriva addirittura ai play-off, dove viene eliminato dal Lecce. Il calcio tutto lustrini e ingaggi milionari è ormai un miraggio, ma su Internet la sua fama non è seconda a quella dei colleghi più danarosi: attraverso il suo canale YouTube si diverte a calciare le punizioni in casa e a tentare le sforbiciate alzandosi da una piscina gonfiabile. E se poi la la rete della porticina sistemata tra le siepi del giardino si gonfia, Ighli inizia ad esultare.

Al di là della facilità disarmante con cui imprime effetti spettacolari al pallone, del suo modo di giocare da libero pensatore senza tentare di rimanere imprigionato in tatticismi e moduli rigidi, Ighli si accattiva la simpatia degli sportivi per la sua filosofia di vita: quello del calciatore cafone che si atteggia a rockstar è uno stereotipo che certo non gli si addice. Meglio la tranquillità della Toscana, della famiglia.

dinelli, vannucchi, carnesaliniLa popolare pagina Facebook “Chiamarsi bomber tra amici senza apparenti meriti sportivi” lo inserisce senza la minima esitazione tra i suoi eroi incontrastati, tanto da arrivare a sentenziare ‘Bale, Eto’o, Willian, Matri, Kakà…ma perché nessuno ha parlato del passaggio di Bomber Vannucchi al Viareggio?’. Ecco, il Viareggio: squadra giovane, ambiente accogliente, nessuna pressione. I tifosi delle zebre gli danno un caloroso benvenuto, ma senza scomporsi eccessivamente, senza abbandonarsi a facili isterismi. Sanno che Ighli può diventare davvero un bomber. Meglio ancora: un leader.

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