Aumento Iva, Confcommercio: “Grave impatto per gli imprenditori”

VIAREGGIO. Confcommercio Imprese per l’Italia – provincia di Lucca, in merito all’aumento dell’aliquota Iva salita al 22 per cento, coglie l’occasione per “ribadire i gravi effetti che questo ulteriore incremento avrà su un tessuto imprenditoriali già costretto da tempo a fare i conti con la gravissima crisi economica generale. A supporto di tale tesi, vengono di seguito riportati i dati raccolti dall’Ufficio studi nazionale di Confcommercio, che spiegano chiaramente le ricadute prodotte dalla manovra del Governo”.

“Impatto sui consumi: si amplificherebbe la già drammatica situazione dei consumi che, dopo aver chiuso il 2012 a -4,3%, chiuderà, senza interventi, anche quest’anno in negativo a -2,4%. L’incremento dell’Iva, che si tradurrebbe in una riduzione dei consumi dello 0,1% a parità di altre condizioni, andrebbe a incider negativamente sulle spese del mese di dicembre e quindi delle festività, momento nel quale, invece, potrebbero concretizzarsi finalmente gli auspicati segnali di ripresa”.

“Impatto sui prezzi: in una situazione in cui l’inflazione è sostanzialmente sotto controllo, si avrebbe un incremento dei prezzi tra ottobre e novembre di circa lo 0,4%, il cosiddetto “effetto scalino”, con inevitabili effetti di trascinamento anche nel 2014; nel dibattito attuale si dimentica quanto accaduto nel 2012: se, in termini di caduta dei consumi, è stato l’anno peggiore della storia repubblicana, ciò è stato dovuto anche all’incremento dell’Iva avvenuto a metà settembre 2011. Perché ripetere lo stesso errore dall’1 ottobre?”

“Impatto sul gettito: come già accaduto con l’aumento dell’aliquota dal 20 al 21%, la contrazione della domanda porterebbe con sé anche una riduzione del gettito Iva atteso. Impatto su produzione e occupazione: la perdita di produzione, determinata dal calo dei consumi, comporterebbe, a regime, una riduzione dell’occupazione approssimativamente di 10 mila posti di lavoro. Impatto sulle imprese: in una situazione già di estrema difficoltà per le imprese del commercio, gravate da una pressione fiscale da record mondiale e dal mancato pagamento dei debiti della pubblica amministrazione, un’ulteriore contrazione della domanda interna porterà alla chiusura di molte attività”.

“Impatto sui redditi: risulteranno più penalizzate le famiglie a basso reddito in quanto la pressione Iva (rapporto tra Iva pagata e reddito) per il 20% di famiglie più povere arriverebbe al 10,5%, mentre per il 20% di famiglie più ricche sarebbe del 7,5%”.

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