VIAREGGIO. “Fino ad oggi mi sono tenuto estraneo alla situazione di Reteversilia anche se ne avevo sicuramente titolo come ex editore di Canale 39 e con una esperienza televisiva di 40 anni. Ma, visto e considerato che tanti hanno voluto dire la loro, penso che un intervento di un ‘addetto ai lavori’ sia doveroso. Leggo che nel prossimo consiglio comunale Rossella Martina, della quale apprezzo la vivacità, presenta una mozione per Reteversilia. Ma a chi e a che serve?”. A domandarselo, in una nota, è Paolo Tambini, esponente versiliese del Partito Liberale Italiano e nome storico delle emittenti tv locali.

“La solidarietà ai lavoratori della televisione è scontata. Qui, però, siamo di fronte ad un fatto diverso, ad una società che non ha più la forza economica di proseguire per la crisi locale e nazionale, se volete, per una non perfetta conduzione aziendale, per i danni che un inutile digitale terrestre ha portato alle televisioni locali, per la scarsa disponibilità del commercio e delle industrie locali, per il totale disinteresse dei politici che pure hanno usato il mezzo televisivo quando ha fatto comodo ed ora sono lì a cercare il sistema per impadronirsene quasi gratis.

“Scegliete voi i motivi, ma rimane il fatto che qualche dipendente è rimasto, che Reteversilia trasmette, che la città ha ancora la sua televisione. Altrimenti, tutto chiuso e tutti, ma proprio tutti, a casa. Lontana da me l’idea di difendere Roberto Monciatti che sa farlo da solo, ma comprendo i motivi aziendali, gli stessi che costrinsero me – e fui facile profeta – a cedere Canale 39 prima che scoppiasse il finimondo.

“Certo, non fece rumore poiché i dipendenti furono regolarmente retribuiti – Tfr, tredicesima,stipendi, ferie non godute. Potevamo farlo e lo abbiamo fatto. Il giorno che ci lasciammo avevamo le lacrime agli occhi, ma ne uscivamo a testa alta: avevamo fatto tutto quello che era possibile fare. Adesso auguriamoci che Reteversilia, cessato il clamore e sperando che chi ha perso il posto possa al più presto risistemarsi, riprenda la sua attività, sia pure con qualche limite dovuto ai tagli, e, parlo come consigliere nazionale della nostra associazione, non vada ad aggiungersi alle tante tv locali che negli anni hanno cessato. Facciamo gli scongiuri.”

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