Nuovo appuntamento con A Spasso con Galatea, la rubrica dedicata all’arte, alla cultura, alla storia e alle tradizioni della nostra Versilia, realizzata grazie a Stefania e Tessa del blog Galatea Versilia. In questa puntata ci raccontano di una famiglia

Un Malaspina a Londra

Tempo fa girando per le immense stanze del Victoria and Albert Museum di Londra, vedo uno splendido monumento equestre: mi avvicino, leggo il nome Marchese Spinetta Malaspina e noto l’inconfondibile stemma con lo spino fiorito.  I Malaspina, per chi non lo sapesse, erano i signori della Lunigiana(zona limitrofa alla Versilia) e per un  motivo di “vicinanza” decido di parlarne oggi.

Questa antica famiglia aveva ospitato Dante Alighieri nel periodo del suo esilio, e il poeta nell’VIII canto del Purgatorio inscena il suo incontro con Corrado Malaspina, del quale sottolinea i valori cortesi di amore e famiglia: ” Fui chiamato Corrado Mapaspina;/ non son l’antico, ma di lui discesi;/ a’ miei portai l’amor che qui raffina” ( Divina Commedia, Purgatorio, Canto VIII, vv. 118-120).

Verso la metà del XII sec. la famiglia Malaspina  si scisse in due rami: uno detto dello “spino secco”, l’altro dello “spino fiorito” e da quest’ultimo

foto Andrea Meccheri
foto Andrea Meccheri

nacque Spinetta, probabilmente nel 1282.

Egli sostenne aspre lotte contro Castruccio Castracani, signore di Lucca, da cui fu sconfitto perdendo tutti i propri feudi; fu quindi accolto da Cangrande a Verona dove rimase fino a che, alla morte di Castruccio nel 1328, rientrò in possesso dei suoi beni. Morì nel 1352 nel castello di Fosdinovo in Lunigiana.

Condottiero e abile uomo politcio, Spinetta Malaspina si dedicò anche alle opere di carità, ideando e fondando a Verona la “Casa dei Nobili”, ospizio riservato ai nobili decaduti. Annessa alla casa c’era la chiesa di S. Giovanni in Sacco (distrutta nel primo decennio del Cinquecento) voluta dallo stesso Spinetta. In essa, nella prima metà del XV sec., gli eredi Malaspina edificarono un mausoleo pensile di ampie proporzioni per onorare l’avo. Nel 1886 il monumento, segato ed imballato, fu portato clandestinamente all’ Albert and Victoria Museum di Londra, ove tuttora si trova.

L’opera in marmo e stucco originariamente era policroma, oggi il  colore è quasi scomparso. La scena cavalleresca presenta al centro Spinetta

foto Andrea Meccheri
foto Andrea Meccheri

Malaspina a cavallo (le redini sono realizzate in metallo), con ai lati due scudieri che sollevano la tenda di un padiglione da campo, sormontato dalla figura a tutto tondo di un angelo ad ali spiegate. Nella parte inferiore del monumento abbiamo la madonna in trono circondata da angeli e un’epigrafe in latino in cui si citano i committenti del monumento ossia Leonardo Malaspina e dal figlio Galeotto. Per terra, proprio sotto il monumento, una lastra su cui si nota l’inconfondibile spino fiorito stilizzato.

Il periodo di costruzione va dal 1430 al 1435, quindi molti anni dopo la morte di Spinetta (ma come abbiamo detto la funzione di questo monumento equestre era puramente celebrativa). Gli storici dell’arte, dopo molti dibattiti, oggi sono concordi nell’attribuirlo a Antonio da Firenze coadiuvato da Pietro di Niccolò Lamberti e Giovanni di Martino da Fiesole il cui apporto si vede nelle figure.

Tessa Nardini, Galatea Versilia

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spinetta malaspina

ultimo aggiornamento: 14-10-2013


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