LUCCA. “Dopo lo sciopero del 3 ottobre riuscitissimo, alla Clean Company non cambiano. Ancora una volta in ritardo con gli stipendi, dovevano pagare il 20 del mese e se questo cadeva di domenica, dovevano anticipare, invece al 21 ancora i lavoratori si domandano quando questa società paga.” La denuncia arriva da Umberto Marchi, segretario provinciale di Filcams-Cgil.

“Non siamo rassegnati, ma speravamo che con lo sciopero e penali che devono pagare alle poste per un servizio che non è stato reso, servisse a trovare soluzioni velocizzando le retribuzioni, invece ancora una volta questa società che non sa dove sta di casa la correttezza, continua a non pagare mettendo in difficoltà i lavoratori che già arrivano male in fondo al mese.

“Sono lavoratori part-time, con stipendi medi di 300/400 euro mensili, stipendi che non riescono a far stare tranquille queste famiglie, ma il bisogno di un lavoro, non fa staccare la spina a questi dipendenti, invece questa società di Avellino, non importa niente del proprio personale e continuano a fare di testa loro.

“Non neghiamo che ci meraviglia poste italiane in tutto questo sistema, una società che dovrebbe intervenire con la Clean Company, quanto meno per non rischiare di essere chiamata come responsabile in solido a pagare i lavoratori della Clean Company come è già accaduto in passato, l’abbiamo più volte chiamata in causa, scritto, richiesto incontri, ma poste italiane è latitante, mai una lettera di risposta, un incontro dato, continuano a non esistere a fare finta di niente, incuranti di quanto accade nei loro uffici postali.

“Spesso le lavoratrici ci comunicano che non hanno nemmeno i prodotti per pulire, alcuni impiegati a volte fanno la colletta per comprarli e fornirli al personale della Clean Company, in altri uffici, sono le lavoratrici che mettono mano al portafoglio per acquistare prodotti, ma non può, né deve funzionare così, questa gente già guadagna poco, non è possibile che debbano comprare i prodotto o farseli acquistare da dipendenti postali, ci domandiamo se il direttore provinciale di poste italiane vuole continuare a nicchiare, oppure intende muoversi per cercare soluzioni per questa gente.”

Ecco le gare al massimo ribasso cosa portano, società senza scrupolo che per aggiudicarsi appalti fanno prezzi pazzeschi e poi non pagano correttamente il personale, è una giungla, chi non rispetta le regole dovrebbe essere cacciato dall’appalto, così, conclude il sindacalista, non è più ammissibile andare avanti.

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ultimo aggiornamento: 21-10-2013


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