TORRE DEL LAGO. “La revoca della concessione, questo gesto irrazionale, dimostra quanto sia urgente e improcrastibile una revisione delle norme della legge regionale che regolano attualmente il lungomare viareggino e torrelaghese: l’esempio ultimo è emblematico del conflitto e accanimento perpetrato dall’istituzione del Parco contro gli operatori in questi trent’anni.” Anche Riccardo Montanini, esponente torrelaghese del Pd, interviene nel dibattito sui rapporti tra il Parco di Migliarino-San Rossore e i locali della Marina di Torre del Lago.

“Chi oggi sostiene l’Ente Parco come la consigliera Isaliana Lazzerini e afferma di attacchi demagogici legati da interessi di singoli operatori sbaglia, e ancor più quando si piega a valutazioni rozze e strumentali, come se il lavoro autonomo avesse meno valore di quello dipendente o pubblico.

“Oggi vogliono che l’amministrazione revochi le concessioni alle attività sulle marine, che hanno dato vita agli eventi di luglio, domani dunque chiuderanno anche il Pucciniano poiché produce sicuramente all’interno dell’area integrale più di 42 decibel, poi abbasseranno l’illuminazione pubblica perchè deturpa l’ambiente, ancora accesso con numero chiuso dei veicoli sulle marine, e via avanti così perchè le norme che andiamo recependo lo ha detto anche l’assessora Scaletti, come l’evento nel 2005 del piano dei rumori saranno sempre più restrittive, ha quanto è dato di capire quindi stiamo tutti quanti aspettando dopo la selezione naturale della crisi epocale di quale ulteriore causa morire.

“La differenza tra tutti i parchi nazionali o regionali d’Italia – Stelvio, Gran Sasso, gli appennini delle apuane per citarne alcuni – e il nostro è sostanziale, in quanto noi siamo fortemente antropizzati da migliaia di turisti da sempre, ai quali non possiamo razionalmente dire andate via, e da un paese completamente confinato al suo interno, cosa dobbiamo farne delle attività che ci hanno permesso di costruire, venderci i prodotti del sottobosco? Distruggerle?

“Poi finiamola con questa sceneggiata delle discoteche causa di ogni male, che speculano su tutti noi: ci sono stati degli errori nel passato, ma che siamo oggi in grado di correggere. Il problema della Movida è qualcosa che riguarda tutta la frazione, tutte le attività di somministrazione e ricezione a Torre del Lago in largo e in lungo,e moriranno tutte se la linea, il pensiero Lazzerini prevarrà.

“Mi domando dove Lazzerini abbia vissuto fino ad’oggi e quale considerazione abbia delle categorie operanti sul nostro territorio, se pensa siano tutti speculatori, oppure invece il cuore produttivo e pulsante del nostro territorio.

“Purtroppo il turismo balneare le due Fondazioni non sono sufficienti a mantenere alto il nostro Pil – soprattutto il Pucciniano per la frazione, nonostante il costo annuale sul bilancio pubblico e gli investimenti di questi anni per realizzarli. Da circa una diecina di anni abbiamo scoperto nella Movida un ritorno economico importante, direi determinante a mantenere vive attività necessarie tutto l’anno al servizio della cittadinanza. Per effetto di norme a mio avviso inadeguate ai tempi e luoghi, e di un inasprimento delle istituzioni, della crisi economica, e dei costi gestionali e tasse molti esercizi continueranno a chiudere, sarà la fine per la frazione già fortemente contingentata.

“Oltre trent’anni sono passati dall’istituzione del Parco, in questi anni lo abbiamo difeso convinti di fare cosa giusta contro ogni tipo di speculazione, sottraendo per la sua istituzione centinaia di posti di lavoro -estrazione sabbia, caccia, pesca, edilizia.

“Sono vissuto nella speranza che le nostre rinunce costituissero per noi e per i nostri figli un futuro migliore: ci siamo invece resi conto di essere stati sacrificati, ideologicamente truffati, da interessi più generali che guardano altrove, ha contributi europei forse, ma da spendere come? E dove?

“Hanno scavato due bozze d’acqua, peraltro in parte già presistenti, sul nostro litorale per permettere agli acquatici di rifocillarsi (sic), scoperto le dune e il camuciolo presenti da sempre; attaccato tre cartelli per disciplinare l’accesso alle marine, e tutto questo dal 1979 ad oggi, come dobbiamo rispondere ha questo atteggiamento? Dove sono le porte del Parco? Dove sono le piste ciclabili? C’è soltanto un simbolo sulle mappe geografiche, ma solo quello. Io tutto questo lo traduco una bella presa in giro.

“Dico fermamente anche che nessuno vuole uscire dal Parco: questa massima viene ogni qualvolta evocata per ergere palizzate e creare un fronte unito tra gli ambientalisti. A loro ci rivolgiamo consapevoli della sfida a cui li sottoponiamo: in effetti quelli come me – e sono tanti – lavorano 12 ore al giorno per sbarcare il lunario e chiedono norme adeguate alle esigenze di un paese che vive unicamente di terziario e del proprio turismo al quale non si può tagliare la testa.

“Stiamo attenti: quello che accade in tante città d’Italia, vedi Taranto o Pordenone, dove centinaia di aziende chiudono e minacciano di farlo esasperati dai debiti e dalla recessione deve esserci di insegnamento. A noi, forse e per fortuna, basterebbe poco solo un po’ di buon senso.”

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