VIAREGGIO. Nuova puntata di FeliceMente, la rubrica di VersiliaToday dedicata alla mente e alla sua conoscenza, curata dalla dottoressa Valentina Aletti. Questa settimana un tema duro: lo shock di chi sopravvive alla morte di un proprio caro a causa di un incidente mortale.

Incidenti stradali e lutto

 

Il 17 novembre 2013 ricorre la Giornata Mondiale in ricordo di tutte le vittime di incidenti stradali indetta dall’ONU.

Spesso la cronaca dei weekend riporta tragiche immagini e resoconti di incidenti stradali in cui restano gravemente feriti o perdono la vita giovani uomini e donne di ritorno da una serata all’insegna di un po’ di divertimento e spensieratezza, o padri e madri di famiglia di ritorno da un duro turno di lavoro.

La prima cosa psicologicamente più difficile da affrontare per chi viene coinvolto direttamente nell’incidente scampando alla morte e per le famiglie a casa che ricevono la notizia, è superare l’effetto shock. Chi si trova coinvolto direttamente o indirettamente in un grave incidente stradale riporta traumi psicologici difficili da superare senza il sostegno di un professionista specializzato. Angoscia, paure e sensi di colpa sono tra i sintomi che possono colpire chi è vittima di una tale esperienza traumatica e determinare conseguentemente disturbi psicologici o psicosomatici, sia nelle persone coinvolte che nei loro familiari, ancor più nel caso in cui si debba superare una morte.

Un primo studio condotto nel 2011 dal centro regionale criticità relazionali di Careggi ( Firenze) ha evidenziato che il sostegno psicologico riduce del 35% i disturbi post traumatici in chi riporta gravi lesioni in incidenti stradali e migliora la qualità della vita nel 79% dei casi, riducendo del 33% la necessità di ricorrere in un secondo tempo a supporto psicologico o psichiatrico.

Obiettivo di uno psicologo chiamato a fornire il suo sostegno in casi di lutto non è certo quello di ridurre il tempo dello stesso, né ridurne il livello di dolore. Ogni persona ha i suoi tempi di elaborazione e vive in modo del tutto soggettivo l’esperienza del dolore. Lo psicologo ha infatti il compito di aiutare la persona a rimuovere gli eventuali ostacoli che gli impediscono di completare l’elaborazione del lutto e che potrebbero “cronicizzare” la ferita. È importante che la persona riesca a dare un senso a quanto accaduto e di fronte al quale si è trovato totalmente inerme, passando attraverso ciò che avrebbe potuto essere ma non sarà, verso ciò che invece si potrà costruire. Piccoli progetti, piccoli gesti ed emozioni potranno contribuire a restituire una quotidianità alla persona che dovrà convivere con la cicatrice di una ferita, senza però vederla sanguinare ogni giorno.

Nel caso in cui nell’incidente sia coinvolto il padre o la madre di un minore, l’esperienza dell’elaborazione del lutto si fa ancor più delicata. Come gli adulti, anche i bambini hanno necessità di sapere tutta la verità, la verità è necessaria per riuscire ad elaborare il lutto. Il silenzio non aiuta e aggrava la traumaticità dell’evento esponendo il bambino – che comprende perfettamente che qualcosa è cambiato- all’ angoscia, alla confusione e alla costruzione di fantasie errate. Un bambino che perde un genitore si trova spesso con l’altro depresso e un buon modo per aiutarsi a vicenda è favorire il dialogo sull’accaduto, ovviamente tenendo conto della sua età, senza mentire ma utilizzando parole adeguate a permettergli di comprendere la situazione. Ciò che rende ancor più traumatico e pericoloso l’evento di perdita è il non concedere che questo sia comprensibile per il bambino: l’evento deve divenire pensabile e ciò è possibile attraverso il dialogo.

Genevieve Jurgensen, giornalista francese dopo aver visto morire le figlie di 4 e 7 anni in un incidente stradale, scrive una frase emblematica di un lutto percepito come “impossibile” da superare: “…che loro non impediscano a me di vivere, che io non impedisca a loro di morire…”

In ricordo della mia cara Amica, adesso Angelo di questo Cielo

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FeliceMente è curata da Valentina Aletti, psicologa clinica, laureata presso l’Università degli Studi di Firenze. Specializzanda in psicoterapia sistemico-relazionale ha conseguito master di perfezionamento in PNL , diagnosi e cura dei disturbi del comportamento alimentare e obesità , consulenza tecnica e peritale e disturbi dell’apprendimento e comportamento in età evolutiva. Per informazioni o richieste scrivere a [email protected]

Avvertenza: questa rubrica ha come fine quello di favorire la riflessione su temi di natura psicologica. Le informazioni fornite hanno carattere generale e non sono da intendersi come sostitutive di regolare consulenza professionale. Le mail saranno protette dal più stretto riserbo e quelle pubblicate, previo esplicito consenso del lettore, saranno modificate in modo da tutelarne la privacy.

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