VIAREGGIO. “Questo è l’epilogbo di una lotta autorganizzata dal basso, costruita e maturata nel tempo dall’Unione Inquilini e dalla Brigata Sociale Anti Sfratto, questo è il racconto di una vittoria politica e sociale che ha dello storico in una piccola città come Viareggio.” Così Michelangelo Di Beo, segretario dell’Unione Inquilini di Viareggio, commenta la vicenda della restituzione del terzo piano dell’ex Collegio Colombo all’istituto alberghiero “Marconi”.

“Dal primo giorno dell’occupazione abbiamo gridato il nostro slogan di rivendicazione ‘casa agli sfrattati e spazi agli studenti della scuola’: questo è ciò che è ufficialmente accaduto, questo è ciò che la costanza e la coerenza delle nostre lotte ha fruttato per decine di famiglie afflitte dal cataclisma della precsarietà abitativa.

“L’ex Collegio Colombo Occupato è stato per tutti noi il simbolo di una lotta maturata e voluta da ormai quattro anni di attività estenuante sul territorio, è stato ed è, un capitolo che entrerà a gamba tesa nelle pagine di storia delle lotte di classe, farà parte ,a pieni diritti, di quelle vittorie ottenute costruendo barricate, proponendo controproposte, dimostrando maturità ed intelligenza politica, ribaltando i rapporti di forza ed eclissando la classe politica della governance.

“Dopo aver resistito a decine e decine di sfratti, mettendo in campo la pratica del picchetto anti sfratto, dopo aver controattaccato le istituzioni ogni qual volta non garantissero i diritti dei propri cittadini, dopo aver assediato il Municipio, occupato il Collegio Colombo e altre due case – una del Demanio e una delle Ferrovie – e così siamo arrivati alla nostra vittoria. Ogni nostra protesta è stata percepita come un macigno che si abbateva sulle spalle dei politicanti da poltrona, facendo attivare per questo la macchina della repressione, che ha sempre cercato di soffocare la lotta, ma questa battaglia non potrà altro che nutrirsi di tutto il male che la classe dirigente della governance ha fino ad ora scaricato sulle spalle delle famiglie disagiate e rispondere con determinazione e coraggio a ciò che veniva negato.

Foto Versiliatoday
Foto Versiliatoday

“Abbiamo bloccato le strade, abbiamo eclissato una campagna elettorale, per la difesa dei nostri diritti e per i principi e i valori su i quali si fonda la nostra idea di politica, abbiamo ribadito come il sistema capitalistico capeggiato dalle lobby e dalle multinazionali, entri prepotentemente sul mercato immobiliare privato e come questo vada a danneggiare il sistema dell’edilizia pubblica. La necessità di un piano casa equo e dignitoso per la vita della popolazione afflitta dal disagio abitativo, è l’obiettivo di investimento prioritario che ogni comune e il Governo dovrebbero attivare immediatamente.

“Siamo stufi di contributi d’emergenza, siamo stanchi di soluzioni parcheggio, siamo aberrati da proposte di privatizzazioni in cambio di rafforzamenti sul pubblico; per questo scenderemo con ancor più determinazione sul terreno della riappropriazione dal basso, sulla denuncia dello spreco e della svendita del pubblico al privato e rilanciamo al mittente la proposta di mediazione per mantenere pari la barca sulla quale si affrontano i contrasti della speculazione edilizia e quella del patrimonio pubblico.

“Il ricordo del primo giorno di occupazione rimarrà sempre impresso nei nostri cuori e in quello delle famiglie che hanno avuto il coraggio di reagire di fronte alla crudeltà dello Stato; non abbiamo mai chinato la testa, abbiamo sempre marciato a testa alta puntando alla vittoria e questa è finalmente arrivata. Il ribaltamento dei rapporti di forza con la Prefettura, il Comune e le forze dell’ordine, affiancato da valide proposte politiche alternative a quelle dell’amministrazione comunale, hanno fatto sì che agli occupanti del Collegio Colombo siano state assegnate temporaneamente delle case, dove potranno avere la loro dignità e potranno riappropriarsi del loro diritto all’abitare.

“Una lotta fatta realmente dal basso, con compagni e soggetti sociali che hanno declinato il concetto di delega e che sono diventati un tutt’uno nella lotta. Una volta forse si sarebbe inneggiato alla lotta di classe e noi ci sentiamo appartenenti alla classe dei ribelli: ci sentiamo parte di un movimento che insieme all’organizzzazione e alla capacità politica, ha costretto il sistema a cambiare le sue consuete forme di risposta al popolo in crisi.
La nostra lotta non si arresterà, continueremo a fare picchetti anti sfratto, occupazioni, presidi, assedi e sollevazioni.

“Cercheremo di collegare ogni lotta sul territorio che parta dal lavoro fino ad arrivare a quella per la casa, per creare un unico grande movimento organizzato, che si ribella allo stato attuale delle cose, che porti nelle strade un concreto blocco sociale e che faccia della riappropriazione il proprio DNA di lotta. Continueremo ad essere liberi di solcare i mari.”

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