VIAREGGIO. “Con questo comunicato intendiamo denunciare e rendere pubblica una situazione di illegalità e grave violazione dei diritti dei lavoratori che da troppo tempo va avanti all’interno di due cooperative di pulizie, Athena e Iride, che lavorano nei cantieri navali di Viareggio.” Lo scrivono in una nota i Cobas del lavoro privato di Pisa e della Versilia e il Coordinamento Anticapitalista Versiliese.

“Alcune settimane fa si sono rivolti allo sportello sindacale dei Cobas un gruppo di lavoratori di queste cooperative a seguito della comunicazione di cassa integrazione in deroga per 10 lavoratori a causa della mancanza di lavoro. Le modalità di questa comunicazione sono state al limite della truffa: infatti a questi dieci lavoratori è stato fatto firmare un documento per la cig in deroga, e subito dopo la firma è stata barrata una casella sul documento in cui si affermava che sostanzialmente non sarebbero stati riassunti alla fine del periodo di cassa integrazione.

“È importante sottolineare come diversi lavoratori, in un moto di solidarietà dal basso, si oppongano alla scelta delle cooperative di licenziare dieci lavoratori, sostenendo la volontà di ridursi l’orario pur di non mandare a casa nessuno. È inoltre emerso come le due cooperative utilizzino la cassa integrazione da anni, non come ammortizzatore sociale, ma come strumento per sbarazzarsi di lavoratori che, per un motivo o per un altro, sono ritenuti ‘scomodi’, magari assumendone altri con contratti diversi, ma che in realtà svolgono le stesse mansioni.

“Ma il comportamento a dir poco ‘disinvolto’ dei vertici delle cooperative non si limita solo a questo: succede che il lavoratore ha paura di ammalarsi, sapendo che al ritorno dalla malattia non avrebbe più lo stesso monte di ore. Vi sono lavoratori che da anni rinviano operazioni chirurgiche importanti proprio per questo motivo.

“Denunciamo inoltre la mancanza assoluta di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori: non viene fornito, come prescrive la legge, dalla cooperativa alcun dispositivo di protezione individuale, con gravi rischi per i lavoratori. In tutto questo, il ruolo di tutela svolto dalla CGIL è stato a dir poco ‘tiepido’. La scelta di rendere pubblica questa situazione drammatica è scaturito dalla volontà di rompere proprio questo cerchio del ricatto.

“Da parte nostra metteremo in piedi tutte le forme di lotta sindacale e non perché vengano rispettati i diritti più elementari di questi lavoratori e perché nessuno venga licenziato. Chiediamo a tutte le forze politiche e sindacali e alle istituzioni locali di sostenerli e monitorare ciò che avverrà. La salute e la dignità del lavoro sono questioni su cui non si può contrattare: non lasciamoli soli.”

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