PIETRASANTA. Giovedì 9 gennaio 2014 ore 9 presso il tribunale di Lucca si terrà una nuova udienza del processo in cui i responsabili di TEV-VEOLIA devono rispondere del danno ambientale provocato dall’inquinamento delle acque del torrente Baccatoio che scorre accanto all’inceneritore di Falascaia.

“I fatti all’origine dell’attuale procedimento – scrive la Rete Ambientale della Versilia – risalgono ad alcuni anni fa: a fronte della riscontrata insufficienza dell’impianto di depurazione delle acque, di cui l’inceneritore era dotato, hanno risolto il problema sversando le acque provenienti dai cicli di lavaggio e raffreddamento dell’inceneritore direttamente nel prospiciente torrente. Soluzione che ha provocato un enorme danno ambientale le cui conseguenze saranno riscontrabili negli anni e la cui bonifica impegnerà risorse economiche e umane difficili da quantificare ma sicuramente ingenti”.

“La denuncia al magistrato di questa pratica illecita fu fatta da un gruppo di cittadini e fu all’origine del provvedimento di sequestro dell’inceneritore imposto dalla magistratura in data 7 luglio 2010. Il processo, che entrerà nel vivo con l’audizione dei primi imputati è l’ennesima conferma del modo scellerato con cui VEOLIA ha gestito i suoi impianti. Ricordiamo che si è concluso, nel 2012 con un osceno patteggiamento, il processo relativo alle abnormi emissioni di CO (monossido di carbonio). Si è trattato a nostro giudizio di un patteggiamento indegno in quanto ha permesso ai dirigenti VEOLIA di affrancarsi con circa 4.000 euro da ogni preoccupazione derivante dalla pratica, reiterata negli anni, di mascherare le insufficienze impiantistiche e i conseguenti sforamenti delle emissioni (e tutti sanno non solo di CO) mediante la manomissione del sistema di registrazione delle emissioni stesse”.

“Altri capitoli poco edificanti delle malefatte TEV-VEOLIA possono essere citati a testimonianza della gestione quanto mai disinvolta organizzata dal Gestore. Ad esempio le vessazioni subite in termini tariffari con appropriazioni indebite dei soldi dei cittadini della Versilia”.

(nella foto d’archivio uno striscione appeso dai comitati all’ingresso del Tribunale di Viareggio)

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