VIAREGGIO. Massimiliano Negro è un giovane artista di 36 anni. Da bambino, un giorno, scopre la magia del carnevale varcando la soglia di un baraccone: è amore a prima vista. Quel ragazzino cresce, diventa adulto ma non smette di cullare sogni: quello nel cassetto, che oggi ha realizzato, è appiccicare un foglio di giornale sul mascherone di un carro di Viareggio. A rendere ancora più romantica la storia c’è un dettaglio tutt’altro che irrilevante: Massimiliano è di Gallipoli, nel Salento, lontanissimo dalla città di Burlamacco.

“Ho fatto 950 kilometri per arrivare fin qua”, racconta. “Per chi si è sempre sporcato le mani con la colla essere a Viareggio è il coronamento di un sogno, la massima aspirazione di un giovane che crede nel carnevale e nella cartapesta.”

Rimanere all’interno della Puglia e andare al Carnevale di Putignano, tra i più conosciuti a livello nazionale, sarebbe stato indubbiamente più economico, più comodo. Ma non avrebbe avuto lo stesso fascino: “Putignano è una bella realtà, ma il Carnevale per eccellenza è quello vostro: quello che impari qua non lo apprendi da altre parti”.

Massimiliano ha conosciuto Viareggio da turista: “Sono venuto spesso qua, e in una tranquilla giornata di sei anni fa mi sono fatto un giro alla Cittadella e al Museo del Carnevale: uno dei pochi ad aprirmi le porte del suo hangar è stato Emilio Cinquini. Ne è nata una bella amicizia, siamo rimasti in contatto e a partire dal quel momento sono sempre venuto ad aiutarlo due-tre giorni prima del corso mascherato di apertura”.

Foto Vt
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Stavolta, però, il soggiorno in riva al Tirreno è durato molto di più. “Sono salito in Toscana a inizio febbraio, un paio di settimane prima dell’inizio delle sfilate, per aiutare Emilio a finire il carro. Già lo scorso anno avevo chiesto a Emilio di fare questa esperienza, ma per vari problemi logistici era saltato tutto: stavolta mi sono organizzato in anticipo e sono riuscito a fermarmi qua per 15 giorni. Emilio e i ragazzi della sua ‘ciurma’ sono stati gentilissimi e mi hanno aiutato a trovare una sistemazione”.

Gallipoli, località divenuta molto gettonata tra gli amanti del divertimento notturno, ha il suo Carnevale: è lì che Massimiliano si è innamorato della cartapesta. “Ho imparato a 13 anni, mio zio mi portò in un hangar e rimasi impressionato da questi mascheroni: il nostro è il Carnevale del Salento, anche noi abbiamo i carri anche se non come i vostri. Poi, quando sono venuto qua, mi sono ripromesso di arrivare, un giorno, a mettere un pezzo di carta su un carro di Viareggio. Ce l’ho fatta. Ora vediamo i risultati…”

Massimiliano riesce a spiegare dettagliatamente perché ama così tanto Burlamacco e la sua festa: “Da turista mi è subito sembrato un evento organizzato bene. E poi ho trovato persone educate, corrette, accoglienti. Viareggio è la cultura di Carnevale.”

E poi c’è una frase uscita dalla bocca di Emilio: “Un giorno disse: ‘Se io non ci sarò più, perché quello che so del Carnevale devo portarlo via con me?’. Ecco, il segreto della vostra festa forse sta proprio qui. Nel tramandare questa arte straordinaria di generazione in generazione”. E se un giorno si presentasse la possibilità di trasferirsi definitivamente a Viareggio? “Verrei subito. Senza pensarci”.

 

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