Puntata speciale (la numero 24) per  DA UOMO A UOMO, la rubrica di Versiliatoday dedicata alla sessuologia, all’andrologia e all’urologia, curata dal dottor Luca Lunardini. Oggi si parla di sensualità, Carnevale e giovedì grasso….

CARNEVALE E SENSUALITA’: MASCHERARSI PER SEDURRE

Per un viareggino dire Carnevale significa dire, anche e sopratutto, allegria, vivacità, vitalità, incontro. E guarda caso questi attributi finiscono per essere gli stessi che troviamo nel gioco di seduzione della coppia. Come dire: Carnevale e maschere uguale seduzione.

Le origini del Carnevale vanno ricercate agli albori della storia umana: nelle feste religiose pagane preistoriche, in cui si faceva uso delle maschere per allontanare gli spiriti maligni.

Le prime manifestazioni che ci ricordano più specificatamente il Carnevale risalgono a 4000 anni fa, quando gli Egizi ufficializzarono una tradizione simile al carnevale: in un giorno prestabilito dell’anno il popolo, mascherato, conduceva per le vie di Menfi, i buoi “cherubs”, che venivano poi sacrificati in onore del dio Nilo. Un sacrificio a cui seguivano giorni di feste e riti in onore della dea Iside (dea che presiedeva la fertilità).

Nell’antica Grecia il Carnevale veniva celebrato in onore del dio del vino e della vita Dioniso (il romano Bacco). Fra il 15 marzo e il 15 aprile c’era il punto culminante del lungo periodo carnevalesco e in Atene si svolgevano le “Grandi dionisiache”, di tono indiscutibilmente orgiastico.

foto Andrea Zani
foto Andrea Zani

Nella Roma antica a rappresentare il carnevale, erano i Saturnali, feste sacre a Saturno, dove il “Re della festa”, estratto a sorte dal popolo, organizzava i giochi nelle piazze. Era un periodo d’esplosione di frenesia incontrollata che spesso degenerava in intemperanza e dissolutezza. Si assisteva alla sospensione delle leggi e delle norme che regolavano i rapporti umani e sociali dell’epoca.

Il Carnevale come lo conosciamo noi è comunque un prodotto del Medioevo. La parola Carnevale deriva infatti dal latino medioevale “carnem levare”, ovvero “togliere la carne”, perché indicava il banchetto di abolizione della carne che si teneva subito prima del periodo d’astinenza e digiuno della quaresima.

E nel tardo Medioevo che il travestimento carnevalesco si diffuse nelle città. Il mascherarsi permetteva lo scambio di ruoli, il burlarsi di figure gerarchiche, le caricature di vizi o malcostumi.

Fin dall’inizio il Carnevale divenne un momento in cui vigeva la più assoluta libertà, anche sessuale, e tutto diveniva lecito: ogni gerarchia decadeva per lasciare spazio alle maschere, al riso, allo scherzo e alla materialità. Il Carnevale diviene metafora, per antonomasia, di pazza e allegra “trasgressione”, in una sospensione effimera dei ruoli sociali, durante la quale si dà sfogo alle frustrazioni e ai troppi tabù imposti dalla tradizione e dall’ordine costituito. Un periodo di rinnovamento durante il quale, il caos e la sregolatezza prendono il posto dell’ordine costituito.

Lo stesso mascherarsi rappresentava un modo attraverso il quale uscire dal quotidiano, disfarsi del proprio ruolo sociale, negare sé stessi per divenire altro. Partecipare alle manifestazioni carnevalesche , sopratutto se mascherati, diventa una parentesi di trasgressione che allenta schemi e regimi della vita quotidiana.

Un allentamento degli schemi comportamentali che spesso richiama una sensualità latente che in alcuni casi diviene anche chiaramente esplicita. Basta pensare al Carnevale di Rio, alla bellezza anche fisica dei suoi carri e al ritmo sensuale del samba che tutto avvolge. Ma se il carnevale brasiliano rimane certamente celebre per la sua esplicita sensualità pur non da meno appare intrigante il gioco della seduzione che ha nasce dal mascherarsi nei nostri carnevali, solo apparentemente meno passionali.

È la maschera con il suo mistero che, rendendo il gioco di coppia non solo più vivace ma anche più ironico e divertente, accende il desiderio del partner. Crocerossina, infermiera o corsara? Ammiraglio, principe o bagnino? Ognuno diviene libero di scegliersi una nuova immagine, ironica e ammiccante, per ravvivare, anche a carnevale, la vita di coppia.

(foto Andrea Zani)
(foto Andrea Zani)

Non a caso crescono in modo costante, a due cifre, le vendite di Costumi con richiami allusivi. Nei negozi o nei siti dedicati (ebay compreso), è, nel periodo di Carnevale, boom per costumi, lingerie, mascherine, parrucche e mise in stile burlesque. Siamo ben lontani dal classico armamentario dei Sexy Shop, parliamo del mistero, un po’ sensuale, un pò ironico, di costumi e maschere.

Si può cercare di dare molte spiegazioni a questa voglia delle coppie di vivere la propria sessualità in modo ludico, divertendosi con costumi e maschere ammiccanti. Il gioco funziona, spiega la sessuologia, perché mette d’accordo sia l’uomo sia la donna. Il maschio, almeno a livello di immaginario, è sollecitato da una partner capace di prendere l’iniziativa, fosse anche solo quella di ritagliarsi un momento nella giornata per comprarsi costumi o mise intriganti; mentre la donna è gratificata dal fatto di essere l’artefice dell’eccitazione del compagno.

Una curiosità: tra i travestimenti più acquistati troviamo la reginetta (un po’ sexy..), la corsara o la poliziotta, mentre infermiere, cameriere, conigliette e gattine vanno meno. In questo le donne mantengono una coerenza: sono dominatrici (nel senso che prendono l’iniziativa) nel cercare di ravvivare il desiderio maschile e rimangono tali anche nella finzione scenica, nel gioco erotico. Un gioco di allegra seduzione che esprime la voglia di vivere da parte della donna la sessualità in modo divertente ma non volgare.

Allora se vi hanno invitato a una festa in costume non cercate una scusa per boicottare la serata. Lo so che alzate gli occhi al cielo pensando alla collega che scimmiotta Eva Kant di Diabolik (mica è facile indossare quella tutina nera super-aderente!), l’amico che inforca gli occhiali neri alla Blues Brothers, il partner che vi propone di impersonare Renzo e Lucia. Piuttosto che conciarvi così vi cancellereste dalla faccia della terra. Tanto più che c’è la crisi economica e voi pensate solo a quello. E invece, prima di dire che avete smesso di festeggiare il Carnevale quando eravate alle medie e che di questi tempi proprio non vi pare il caso, dovreste sapere che una mascherata, una volta all’anno, fa bene alla psiche e allontana lo stress da crollo delle Borse e dei consumi.

 Travestirsi non è quella cosa ingenua che diverte i bambini e che non si addice ai grandi, spiega la psicanalisi, è invece un’operazione che arricchisce la personalità perché le permette di esprimersi interpretando un copione insolito, un ruolo che non appartiene alla vita abitudinaria.

In altre parole, trasformarsi per qualche ora in un personaggio storico, nel protagonista di un fumetto, di un romanzo o di un film cult rivela una parte nascosta ma autentica di sé, un desiderio di reinventarsi differenti da come si è tutti i giorni. E questo allenta le tensioni della quotidianità.

(foto Marco Pomella)
(foto Marco Pomella)

Ma sì, lasciamoci andare magari sognando, con un pizzico di auto-ironia, di essere un po’ eroticamente seduttivi. La personalità di ciascuno non è un blocco monolitico ma una struttura sfaccettata, composta di molte auto-rappresentazioni. Alcune di queste rimangono inconfessate, sepolte sotto l’immagine dominante con cui ci presentiamo agli altri. Ebbene, come in un paradosso, a Carnevale l’atto di mascherarsi, indossare una parrucca o un abito eccentrico che prima ci nasconde e poi ci rivela in un modo diverso da come siamo normalmente riconosciuti, permette di liberare queste rappresentazioni di sé, senza inibizioni o paura di essere giudicati. Questo è possibile perché la mascherata avviene in un contesto, il carnevale appunto, dove l’estro e le stravaganze sono istituzionalmente riconosciute e tollerate dalla collettività: è il martedì grasso di pazzia, nel Medioevo come oggi.

Per i tipi più insicuri, osare un travestimento può diventare un’esibizione che mette al bando incertezze e paure, una sorta di iniezione di autostima che permette di mettersi in gioco e magari osare un corteggiamento che non si aveva mai avuto il coraggio di tentare.

Qualche suggerimento? Per lei: via libera a un abito e a un trucco da pin-up. Se in ufficio sfoggiate solo un casto tailleur di cui ora finalmente vi liberate, a giovarne sarà la parte più femminile e sensuale. Per lui: sì alle sembianze da Casanova, in costume del ‘700 e parrucca, per improvvisarsi seduttori e superare un’eventuale timidezza.

Benvenuti dunque bustini da vampira, ammiccanti mascherine settecentesche, divise da Ufficiale e Gentiluomo, velette da odalisca! Nulla di male se oltre a farvi ammirare al veglione o al corso, riusciste anche a sollecitare le fantasie, siano esse maschili o femminili, nell’organo sessuale più affidabile e importante: il cervello.

 “…. Durante il carnevale, gli uomini indossano una maschera in più…” Xavier Forneret

 

 

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Il DR. Luca Lunardini è Medico-Chirurgo, Specialista Urologo con incarico di Alta Specializzazione in Andrologia, è dirigente medico presso la Unità Operativa di Urologia della A.S.L. 12 Versilia.

Membro della società italiana degli Urologi Ospedalieri e della Società Italana di Andrologia, ha fatto parte della Commissione Oncologica Nazionale del Ministero della Salute ed è stato Presidente della Sezione Provinciale di Lucca della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori.

Il Dr. Lunardini è contattabile per qualsivoglia approfondimento via email al seguente indirizzi:[email protected]

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carnevale da uomo a uomo luca lunardini maschere travestimento

ultimo aggiornamento: 27-02-2014


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