Appuntamento numero 26 con  DA UOMO A UOMO, la rubrica di Versiliatoday dedicata alla sessuologia, all’andrologia e all’urologia, curata dal dottor Luca Lunardini. Oggi, per l’8 marzo, una puntata incentrata sul mondo femminile

8 marzo e universo femminile

Una puntata quasi-speciale quella di oggi. Speciale perché l’8 marzo non può non avere una sua puntata dedicata, ma “quasi-” poiché coincidenza vuole che questa data cada proprio di sabato, giornata generalmente dedicata alle puntate “ordinarie” di Da Uomo a Uomo.

Una puntata comunque importante perché questa data, al di là del significato commerciale che nel tempo può aver assunto, è, e resta, una tappa essenziale nella storia della emancipazione femminile.

Una emancipazione che è professionale, politica, sociale ma anche, e di questo ovviamente soprattutto tratteremo, sessuale.

La storia della Giornata Internazionale della Donna (comunemente chiamata Festa della Donna) è forse meno nota di quello che comunemente non si creda. Questa celebrazione si è tenuta per la prima volta negli Stati Uniti nel 1909, in alcuni paesi Europei nel 1911 e in Italia nel 1922. In effetti, almeno in base a quello che sono riuscito a ricostruire, fino alla prima guerra mondiale, la data della celebrazione è variata nel tempo modificandosi a seconda delle circostanze. L’occasione per sancire l’8 marzo 1917 (il 23 febbraio secondo il calendario giuliano allora in vigore in Russia) quale data definitiva sarà una grande manifestazione di donne a San Pietroburgo per chiedere la fine della guerra. Fu una delle prime manifestazioni di protesta che portarono al crollo dello zarismo. Per questo motivo, e in modo da fissare un giorno comune a tutti i Paesi, il 14 giugno 1921 in occasione della Seconda Internazionale, tenuta a Mosca, fu fissato l’8 marzo quale «Giornata internazionale dell’operaia».

Forse non tutti sanno che: la connotazione fortemente politica di questa indicazioni, l’isolamento politico della Russia e le vicende della seconda guerra mondiale, contribuirono alla perdita della memoria storica delle reali origini della manifestazione. Così, nel secondo dopoguerra, cominciarono a circolare fantasiose versioni, secondo le quali l’8 marzo avrebbe ricordato la morte di centinaia di operaie nel rogo di una fabbrica di camicie Cotton o Cottons avvenuto nel 1908 a New York, facendo probabilmente confusione con una tragedia realmente verificatasi in quella città il 25 marzo 1911: l’incendio della fabbrica Triangle, nella quale morirono 146 lavoratori in gran parte donne. Altre versioni citavano la violenta repressione poliziesca di una presunta manifestazione sindacale di operaie tessili tenutasi a New York nel 1857, mentre altre ancora riferivano di scioperi o incidenti avvenuti a Chicago, a Boston o a New York. Nonostante le ricerche effettuate tra la fine degli anni settanta e gli ottanta abbiano dimostrato l’erroneità di queste ricostruzioni, le stesse sono ancora diffuse nel nostro immaginario collettivo e tra i mass media.

Ma al di là delle precisazioni storiche è innegabile come l’emancipazione femminile abbia contribuito in modo essenziale al diverso e più armonico modo di vivere la sessualità di coppia. Tuttavia per certi versi oggi questa nuova, bella, visione non sempre si esprime al meglio. Viviamo in un momento storico in cui la sfera della sessualità, di per sé molto intima e preziosa, è sovente resa pubblica, in se non necessariamente un male, ma che, in questa sua slatentizzazione, è sovente maltrattata. Non a caso sono molte le immagini pubblicitarie che accostano al prodotto in vendita un corpo femminile associato ad un significato sessuale. Per non parlare del diffondersi della pornografia e l’utilizzo sempre più palese che ne viene fatto: telefoni erotici, siti Intenet etc.

Il messaggio che arriva è quello di una sessualità che appare qualcosa di facile, immediato, fruibile, aperto e libero. In realtà, se andiamo al di là della facciata patinata di questi messaggi, scopriamo che sempre più single e coppie si rivolgono a sessuologhi, androloghi, ginecologhi per problematiche che hanno le loro radici proprio in questa disinformazione.

Eppure nel corso delle generazioni il valore ed il significato della sessualità, soprattutto della sfera legata al femminile si è completamente trasformato e dovremmo essere in grado oggi di superare certi falsi stereotipi.

Non a caso, ricostruendo la storia del genere umano, scopriamo che il primo simbolo religioso che si trova all’ingresso delle caverne paleolitiche era la raffigurazione dei genitali femminili, che rappresentavano la soglia, l’ingresso alla vita, il distacco dalla morte. Nelle civiltà antiche le donne godevano di una grande libertà sessuale, soprattutto tale libertà era strettamente connessa alla loro spiritualità, in una perfetta ed armonica unione tra mente e corpo. Nella società moderna sembra, invece, si sia perso questo senso di interezza tra spirito e corpo. Una radice di questa scissione la individuiamo nella mitologia classica dell’antica Grecia e Roma, dove si verifica la frammentazione di Gaia, l’antica dea Terra, creatrice, in più divinità diverse, che rappresentano ognuna un singolo elemento, creando, così, degli stereotipi ancor oggi presenti. Abbiamo così Venere che assume l’aspetto dell’amante licenziosa (quindi della donna facile, o prostituta), Demetra assorbe il ruolo materno, Giunone, moglie gelosa, rappresenta la frustrazione, Artemide relegata in terre selvagge rappresenta l’aspetto di isolamento della donna, e Minerva racchiude in sé l’espressione cerebrale – razionale.

Il frutto di questa scissione e di una visione negativamente seduttiva della donna che troviamo nel cristianesimo Medioevale (tra l’altro in aperto contrasto con il Messaggio Evangelico che vede figure femminili come Maria o la Maddalena in primissimo piano) se ci soffermiamo a guardare meglio i messaggi che la nostra cultura offre rispetto alla sessualità vive ancora oggi.

Ma è davvero arrivato il momento in cui i due universi che la storia sembra aver diviso riacquistino oggi una loro unità, una loro armonia.

Una unità che non significa confondere le cose: la sessualità maschile e femminile restano differenti, per qualità, vissuto, tempi dell’eccitazione.

La sessualità femminile, è estremamente complessa e molto più cerebrale di quella maschile.

Quella femminile è definibile come “corporea” “mucosa”, “cerebrale”, e determina un coinvolgimento più completo di tutto se stessi. Insomma la donna tende a vivere la propria sessualità nella sua interezza fatta si si piacere fisico ma anche di interesse, coinvolgimento, passione.

Quella maschile è invece descritta dalla sessuologia come una sessualità prevalentemente “genitale”, “d’organo”, ed è sicuramente più visibile, quantizzabile e molto più meccanica. Insomma per l’uomo la sessualità ha le sue basi se non solamente certo molto nella propria erezione.

Non a caso il Viagra e similari hanno una eccezionale efficacia nel maschio, dove la raggiunta erezione è il principale obiettivo sessuale, mentre non sono efficaci nella donna per la quale, a tutt’oggi, la scienza è alla ricerca di un vero viagra-rosa, perché alla donna non basta davvero avere i propri genitali congesti per essere sessualmente coinvolta.

Quando il Viagra maschile entrò nella camera da letto del mondo intero la vita sessuale maschile ebbe un importante cambiamento, ma per la donna i due elementi epocali che hanno modificato la propria sessualità non sono stati farmaci specificatamente dedicati al sesso ma eventi come la rivoluzione sessuale e l’avvento della terapia orale per la contraccezione.

Il primo evento ha sdoganato le difficoltà sessuologiche, rendendole visibili, lecite e sanabili. Il secondo avvenimento, questo sì farmacologico, ha disgiunto la sfera della riproduzione dalla sfera del piacere, con le donne che possono così ricercare la propria sessualità indipendentemente dalla maternità.

Le differenze sessuali tra gli uomini e le donne, rendono per quest’ultime il percorso che va dal desiderio sessuale al suo raggiungimento, più complesso, molto meno meccanico ed idraulico e pertanto talvolta più difficoltoso, del piacere maschile.

Un suggerimento che si può innanzitutto dare alle donne, che lamentano “orgasmi difficili”, è di affrontare con i partner sessuali (e con i loro referenti medici), senza reticenza alcuna, la questione delle loro reali esigenze sia dentro che fuori dal letto.

Mentire, glissare sull’argomento orgasmo, rinforza la sua assenza, cementa difficoltà di comunicazione e, soprattutto crea un terreno fertile per un pensionamento anticipato del desiderio sessuale.

Anorgasmia, dopo anorgasmia, la donna smette di desiderare, riduce l’indispensabile spazio mentale dedicato alla sessualità, impoverisce l’immaginario, che diviene sempre più sterile, ginnico e coitale.

L’ attrazione sessuale, sia maschile che femminile, necessita di nutrimento. Il desiderio va concimato ed innaffiato, con immaginazione, fantasie erotiche (ne abbiamo già parlato in una puntata precedente, ricordate?) e soprattutto con una dimensione fondamentale della vita di coppia: la condivisione.

La scoperta di un farmaco innovativo e rivoluzionario, come il Viagra, ha indubbiamente modificato il corso della storia sessuale maschile ma nella donna non è sufficiente un mero aspetto meccanico come la vasocongestione dei genitali.

La sessualità è cambiata profondamente grazie alla rivoluzione sessuale che ha messo sotto pressione tanto gli uomini quanto le donne in termini di “prestazione”. Precedentemente, molti uomini andavano dritti al sesso penetrativo, vedendolo come loro obiettivo principale, laddove la maggior parte delle donne desideravano tenerezza fisica e volevano esplorare altri modi di esprimere l’intimità sessuale.

Le donne oggi chiedono agli uomini ciò che vogliono fisicamente, mentre gli uomini si stanno aprendo sempre di più con le loro partner riguardo al sesso piuttosto che tendere a “dare spettacolo” tutte le volte, accettando l’erotismo della piena partecipazione reciproca in un nuovo scambio sessuale.

La capacità di una donna di esprimere le sue esigenze e le sue emozioni sessuali è fondamentale per il benessere della coppia e la sua armonia. Le donne hanno bisogno di rompere il silenzio e parlare con i loro partner.

Sia per l’uomo che per la donna, la funzione sessuale può essere considerata come un “Circolo Virtuoso” che combina desiderio, eccitazione, orgasmo e soddisfazione.

L’intensità del desiderio e dell’eccitazione, la qualità del gioco erotico, l’intensità del coinvolgimento emotivo, la complicità ed anche il contesto dell’esperienza: tutti questi fattori influenzano il grado di soddisfazione che una donna (e un uomo) ottengono dall’atto sessuale.

Perché alla fin fine, al di là di ogni percorso, sociologico, anatomico, fisiologico o farmacologico è nella ricerca e conoscenza reciproca che la coppia “spicca il volo”. BUON 8 MARZO!

“…Quando la mano di un uomo tocca la mano di una donna, entrambi toccano il cuore dell’eternità”, Kahlil Gibran

 

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Il DR. Luca Lunardini è Medico-Chirurgo, Specialista Urologo con incarico di Alta Specializzazione in Andrologia, è dirigente medico presso la Unità Operativa di Urologia della A.S.L. 12 Versilia.

Membro della società italiana degli Urologi Ospedalieri e della Società Italana di Andrologia, ha fatto parte della Commissione Oncologica Nazionale del Ministero della Salute ed è stato Presidente della Sezione Provinciale di Lucca della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori.

Il Dr. Lunardini è contattabile per qualsivoglia approfondimento via email al seguente indirizzi:[email protected]

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da uomo a uomo luca lunardini

ultimo aggiornamento: 08-03-2014


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