VIAREGGIO. Per Burlamacco questi sono giorni difficili. Tante sono le questioni ancora da risolvere per assicurare un futuro luminoso al Carnevale. Stefano Pasquinucci, presidente della Fondazione, ha di fronte a sé uno scenario tutt’altro che roseo.

Presidente, azzeriamo le possibilità che rassegni le dimissioni?

“Non del tutto”.

Si spieghi.

“Per proseguire nel mio operato è necessario che ci sia la fiducia da parte della Fondazione, e su questo non ho dubbi, e dei carristi. In caso contrario mi farei da parte” (leggi le dichiarazioni di oggi dell’associazione carristi).

Perché, in termini concreti, il contributo da parte del Comune è così vitale per il Carnevale?

“Quando ho parlato di Carnevale come terza azienda, dopo Inter e Juve, per numero di abbonamenti, volevo far passare un preciso messaggio: questa è una manifestazione che è vero, riceve più di 1 milione di euro, ma che crea un indotto dieci, quindici volte superiore. È un patrimonio non soltanto a livello economico, ma anche sociale e culturale”.

Secondo lei questo la giunta l’ha capito a pieno?

“No. Bisogna uscire dall’idea che il Comune finanzia il Carnevale. In realtà questo è un investimento che va a beneficio poi dell’intera città”.

Il Sindaco ha messo le mani avanti: servono aiuti esterni per salvare il Carnevale. È d’accordo?

“Per me è stato creato un allarmismo eccessivo. Non era necessario che Betti ammettesse pubblicamente che i soldi per il Carnevale non c’erano, ma che non potevano essere erogati in questo momento”.

In che senso?

“Noi come Fondazione avremmo atteso qualche tempo, consapevoli che poi i soldi per pagare i carristi sarebbero arrivati. Stando così le cose, adesso, la situazione è più complicata”.

Ma questi soldi arriveranno secondo lei?

“Sarà mio impegno assicurare che i carristi riceveranno la somma relativa al 2014”.

La relazione del Mef, attesa per maggio, fa paura?

“Non fa certo stare sereni. Sulla base di essa verrà valutato quanti soldi verranno stanziati per il Carnevale. Chiaramente i costi dovranno essere rivisti, studieremo la formula migliore nell’interesse di tutti”.

Riducendo il numero dei carri?

“No, almeno non quelli di prima categoria. Potremmo rivalutare invece ciò che sta sotto: l’assenza di promozioni e retrocessioni ha bloccato la strada di quei giovani talenti in rampa di lancio”.

Carristi “stranieri”: boutade o ipotesi concreta?

“Non scherziamo. I nostri carristi sono un patrimonio del Carnevale, ce li teniamo stretti”.

Com’è il rapporto con loro?

“Un rapporto normale, credo. Loro devono capire che sono parte dell’organizzazione e che la loro presenza è fondamentale per la riuscita del Carnevale”.

E gli sponsor sui carri?

“Il tema è delicato: se noi pensassimo sponsorizzare i carri, che sono l’elemento principale del Carnevale, automaticamente perderemmo di autonomia decisionale. Chi paga, ha il diritto di decidere. Un grosso sponsor potrebbe anche decidere di stravolgere a proprio piacimento la manifestazione. Non vorremmo questo. Sarebbe meglio invece trovare forme alternative di pubblicità, relative agli eventi collaterali e, perché no, anche alla Cittadella, per animarla durante tutto l’anno. Tutto questo nell’ottica di un progetto triennale”.

Accantonata del tutto l’idea di spostare il Carnevale a Città Giardino?

“La passeggiata è l’habitat ideale del Carnevale e per ora è giusto che lì resti”.

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ultimo aggiornamento: 24-04-2014


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