VIAREGGIO. “In riferimento alla costernazione e alle perplessità suscitate dall’atteggiamento ambiguo della Cgil nelle occasioni successive alla drammatica strage ferroviaria di Viareggio, espressa a più riprese dai familiari delle vittime, ritengo che la Cgil, pur avendo le sue ragioni, abbia sbagliato ad invitare Mauro Moretti alle “Giornate del lavoro”, tre giorni di dibattito che hanno preceduto l’inizio del congresso  vero e proprio”.

Lo afferma per la Fiom-Cgil, Lamberto Pocai.

“Anche se attualmente Moretti non è più amministratore delegato del Gruppo Ferrovie dello Stato,  rimangono indelebili il suo comportamento e le sue affermazioni in seno a quella strage, come del resto egli rimane pur sempre uno dei principali imputati al processo in cui la stessa Confederazione si è costituita parte civile.

Proprio per quest’ultimo motivo, è ancor più grave non aver permesso ai rappresentanti dei familiari delle 32 vittime di intervenire al congresso nazionale di Rimini (fatto accaduto ieri, 6 maggio) e, più in generale, di non essersi schierati a loro fianco in modo chiaro e trasparente, come pare di capire  dall’ordine del giorno approvato dal direttivo della Cgil provinciale, odg che verrà presentato al congresso nazionale attualmente in corso e che probabilmente sarà assunto senza neanche coinvolgere la platea congressuale.

Questo modo di porsi evidenzia un comportamento ambiguo e troppo titubante nel supportare e far proprio il dramma che i familiari tutt’oggi vivono.

La Fiom Cgil provinciale e le sue istanze superiori, hanno fatto la loro scelta da molto tempo: stare a fianco dei familiari delle vittime e sostenere le loro ragioni.

Lo abbiamo fatto votando l’ordine del giorno, quale atto che permettesse di riequilibrare il rapporto coi familiari, lo abbiamo fatto durante le manifestazioni promosse dalle loro associazioni e a nome della Cgil versiliese, contribuendo insieme a tutta la città alla raccolta delle diecimila firme per chiedere le dimissioni di Moretti.

Lo abbiamo fatto dando spazio agli interventi dei rappresentanti dei familiari alla manifestazione nazionale della Fiom Cgil,  lo abbiamo fatto invitandoli e ricordandoci di loro al nostro congresso provinciale, lo abbiamo fatto ieri con  il segretario nazionale Fiom Maurizio Landini e con il segretario regionale Massimo Braccini che hanno incontrato la delegazione dei familiari in presidio all’esterno del pala congressi, quando ormai era chiaro che non li avrebbero fatti intervenire.

Lo faremo ancora portando avanti le ragioni dei familiari all’interno della nostra Confederazione come categoria e come singoli componenti del direttivo provinciale, affinché la Cgil esprima con estrema chiarezza la volontà di tornare a far proprie quelle ragioni e a svolgere il proprio ruolo di rappresentanza come fece nei giorni e nei primi mesi successivi alla strage.

Lo faremo, come abbiamo sempre fatto, riconoscendo il legittimo e autorevole ruolo svolto dalle associazioni dei familiari e ogni volta che si renderà necessario dare un contribuito per ribadire la sete di verità e di giustizia, più volte sottolineata dalla portavoce Daniela Rombi, a partire dall’appuntamento più vicino che è la prossima udienza del 14 maggio”.

A fianco di Pocai e dei familiari della strage del 29 Giugno si schiera anche Andrea Antonioli, componente sospeso del Direttivo Cgil Provincia di Lucca

“ La Cgil sbaglia ad invitare Moretti alle proprie iniziative congressuali. Ha sbagliato la FILT ad invitarlo a Firenze, facendo poi una pasticciata retromarcia, ed ha sbagliato la Cgil Nazionale ad invitarlo alle Giornate del Lavoro nell’ambito del Congresso Nazionale di Rimini e poi a negare la parola nel congresso agli stessi familiari e alle vittime della strage di Viareggio.

Moretti è un indagato già rinviato a giudizio per reati gravissimi, contro di lui la Procura di Lucca ha aggravato le accuse proprio per il ruolo diretto che svolgeva e quindi per le responsabilità che aveva nelle Ferrovie dello Stato.  Costituirsi parte civile, come ha fatto la Cgil provinciale , regionale e nazionale, nel processo contro di lui e gli altri 31 indagati della strage e poi riconoscergli il ruolo di interlocutore privilegiato nelle iniziative congressuali, è un’incomprensibile contraddizione.

Marco Piagentini, intervenendo al Direttivo provinciale della Cgil, una settimana fa ci ha  chiesto di sapere da che parte sta la Cgil. Questa domanda non ha bisogno di tatticismi ma di una risposta forte e chiara a partire dal territorio. La battaglia per la verità, la giustizia, la sicurezza iniziata a Viareggio fin dal 30 giugno del 2009 deve essere portata avanti con coerenza dalla Cgil a fianco dei familiari e questa deve essere la scelta netta di ogni struttura della cgil e dei suoi gruppi dirigenti”.

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