LUCCA. Dopo essersi ribaltata, la cisterna carica di gpl impattò con un picchetto tagliente: è quanto ricostruito dall’ispettore della polizia ferroviaria Angelo Laurino durante il processo per la strage di Viareggio del 29 giugno 2009, parlando delle cause dello squarcio da cui fuoriuscì il gas che, esplodendo, uccise 32 persone.

La causa dello squarcio è uno degli elementi chiave del processo. Secondo l’accusa fu il picchetto: si tratta di uno spezzone di rotaia sporgente almeno 5 centimetri, che serve a indicare le curve. Per la difesa fu un elemento indispensabile dello scambio, la deviata a zampa di lepre.

Per l’accusa nel 2009 già vi erano elementi che avrebbero dovuto suggerire la pericolosità dei picchetti. Gli inquirenti hanno ricordato, per esempio, che nel 2001 Rfi aveva emanato una circolare affinché, in caso di ammodernamento delle linee, venissero sostituiti, così come avvenuto con le linee alta velocità.

L’ispettore Laurino ha spiegato che anche la deviata a zampa di lepre presentava una deformazione, ma ne ha attribuito la causa all’impatto con il carrello del vagone, e non con la cisterna. Riferendosi alle cause del deragliamento “al semplice esame visivo dell’assile – ha concluso Laurino – fu abbastanza chiaro che ci fosse stata la frattura del fusello” dell’assile.

(fonte ANSA)

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