SERAVEZZA. È stata installata da qualche mese in piazza Mazzini lungo la strada Provinciale con l’intento di lasciare un’altra traccia lungo il sentiero della Via dei Marmi di Michelangelo.  Obiettivo centrato per “Psiche”, l’opera di Giovanni Manganelli collocata a Seravezza già al centro di una polemica sollevata da Andrea Beuermann, artista polacco residente da più di vent’anni in Versilia.

“Quella statua istiga al suicidio – questa la motivazione della protesta – in un periodo di crisi come questo con tanta gente depressa per la recessione che ci sta colpendo, perché è stata scelta proprio quell’opera?”.

La scultura di Manganelli, realizzata in marmo delle cave Cervaiole  ritrae una figura femminile seduta a terra, con la testa china sulle ginocchia, piegate verso il petto, e le braccia che stringono, e chiudono a cerchio, tutto il corpo rivolto verso sè stesso. La posizione fisica sembra richiamare l’introspezione personale, propria delle funzioni psichiche, tant’è che lo stesso autore Manganelli l’ha definita “una musa pensante”.

Diversa l’interpretazione di Beuermann.

“La donna nasconde la sua testa tra le braccia e piange come segno di sofferenza. Il titolo “Psiche” sembra rimandare alla nota storia narrata da Apuleio ne Le Metamorfosi o al gruppo scultoreo realizzato da

foto Marco Pomella
foto Marco Pomella

Antonio Canova  ma lì, tra i protagonisti, c’era anche Amore. Qui sembrano essersene dimenticati”.

“E in un periodo come quello attuale un’opera che rappresenta tristezza e depressione non è certa la scelta migliore. Ho sentito molte critiche da parte dei concittadini, ma la gente ha timore a protestare perché è stata l’amministrazione comunale a voler installare questa statua”.

La soluzione dell’artista polacco è allora quella di cambiare location alla scultura della discordia.

“Un’opera del genere starebbe meglio al cimitero”. Poi fa un passo indietro.

“Manganelli è sicuramente un uomo colto e con la sua statua voleva forse farci capire che, nonostante le difficoltà del momento, ci sarà un lieto fine proprio come il mito di “Amore e Psiche” ci insegna. Forse sia l’artista che l’amministrazione comunale hanno dimenticato che non tutti conoscono la fiaba di Apuleio e possono esserci dei fraintendimenti. Sarebbe quindi necessario aggiungere un cartello esplicativo  con la spiegazione della fiaba”.

Ma la scultura, che fa parte delle opere artistiche donate dalla Fondazione Henraux alla Fondazione Terre Medicee, ha suscitato lo scalpore di Beuermann non solo per la presunta istigazione al suicidio.

“Dietro la statua – conclude l’artista – è stata collocata una lanterna e la donna sotto ad un palo della luce non può che rimandare al mestiere più antico del mondo”.

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