LUCCA. Hanno chiesto alla Regione Toscana di rifondere i danni subiti dalla loro azienda, operante nel settore della nautica, a seguito dello straripamento del fiume Serchio, avvenuto nella notte di Natale del 2009, ma si trattava di danneggiamenti inventati o molto amplificati.

Sono stati così raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere due uomini, padre e figlio, mentre una terza persona è finita ai domiciliari. I tre indagati, tutti residenti nella provincia di Pisa, dovranno rispondere in concorso nel reato di truffa aggravata ai danni di un Ente pubblico, per aver presentato alla Regione Toscana una domanda di ammissione all’agevolazione per le imprese danneggiate dall’esondazione del fiume Serchio, ricorrendo a numerosi artifici e raggiri, consistenti nella prima fase (presentazione della domanda) nell’aver dichiarato falsamente il proposito di destinare le somme così ottenute al ripristino e alla ricostruzione dei beni danneggiati o distrutti dall’alluvione e nella seconda fase (nel consuntivo richiesto dalla Regione), di aver falsamente dichiarato di aver effettivamente sostenuto le relative spese di riparazione.

Oltreché del reato di truffa, gli arrestati dovranno rispondere anche dei reati di bancarotta fraudolenta e documentale, per aver rispettivamente distratto alcune centinaia di migliaia di euro nonché alcuni beni mobili registrati, così cagionando con dolo il fallimento di una ulteriore società (la Blu Paint srl) ed aver tenuto la contabilità di quest’ultima in modo da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari.

Completano il quadro accusatorio l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, la mancata tenuta della contabilità obbligatoria e l’omessa presentazione delle dichiarazioni dei redditi, nonché l’utilizzo di crediti di imposta inesistenti.

Le indagini coordinate dal dott. Corucci Sost. Proc. della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lucca ed eseguite dalle Sezioni di Polizia Giudiziaria e Tutela Economia del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Lucca hanno fatto luce su tutti i contorni della truffa commessa non solo ai danni della Regione Toscana ma anche del Dipartimento della Protezione Civile (che aveva messo a disposizione somme anticipate), messa in atto da un gruppo criminale che non ha trascurato alcun mezzo di frode, avendo prodotto documentazione totalmente falsa come fatture, assegni, bonifici, codici IBAN, numeri di conti correnti, preventivi di spesa, attraverso un lavoro meticoloso e certosino, che tuttavia non ha impedito agli inquirenti di ricostruire l’intera vicenda e di quantificare in circa 750.000 euro l’ingiusto profitto.

L’episodio descritto non è stato purtroppo l’unico caso accertato di truffa ai danni della Regione, ma fa il paio con un altro fatto, simile per le condotte e gli effetti prodotti, recentemente definito, dopo aver scontato arresti domiciliari, con la richiesta di patteggiamento per altri tre indagati, originari e residenti a Viareggio, che avevano presentato alla Regione Toscana un conto da oltre 200.000 euro.

Si tratta quindi nel complesso di una operazione di polizia economico-finanziaria nel settore controllo spesa pubblica che ha già portato a contestazioni di violazioni per quasi un milione di euro e soprattutto traccia il solco per altri analoghi controlli.

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ultimo aggiornamento: 20-06-2014


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