VIAREGGIO. “Parliamoci chiaro: i contenuti e il peso politico di quanto dichiarato all’unisono dagli alfieri del Pd – segretario cittadino, capogruppo e presidente della Commissione bilancio – all’indomani del voto sul Principino è misurato dallo spazio a loro riservato dalla carta stampata, cioè zero”. Lo scrive Massimiliano Baldini, capogruppo consiliare del Movimento dei Cittadini per Viareggio e Torre del Lago.

“Pertanto, questo mio lungo intervento potrebbe tranquillamente essere catalogato a ragione fra le tante cose inutili della politica ‘trombona’. Tuttavia, pur consapevole di quanto sopra, preferisco chiarire un pensiero che tanti elettori, di destra e di sinistra, mi hanno sollecitato a fare, piuttosto che assecondare un silenzio che potrebbe essere frainteso.

“Personalmente ritengo che un partito come il Pd, alla guida della città in un momento così delicato e punto di riferimento di un larghissimo consenso trasversale e interclassista come ha dimostrato anche a Viareggio nel corso della recente tornata europea, non può – o quantomeno non dovrebbe – permettersi dichiarazioni volgari, politicamente insipienti e irresponsabili come quelle rilasciate da Martini, Montaresi e Genick nei confronti dei rappresentanti delle forze di minoranza con le quali, al contrario, vista la debolezza amministrativa, politica e numerica della maggioranza eletta in consiglio, uomini e donne piu’ esperti di politica avrebbero da tempo ricercato un dialogo fattivo.

“Se per governare Viareggio fossero sufficienti i biscotti Plasmon allora potrebbe anche bastare l’energia muscolare di quel comunicato il quale, nel tentativo di mostrare qualche contenuto intellettuale, va ben poco al di là di un’arroganza da olio di ricino, tutta chiacchiere e distintivo. Purtroppo ci vorrebbe la saggezza, l’esperienza e l’arguzia dei Catelli, dei Barsacchi e dei Caprili per governare Viareggio in questo momento storico e, forse, non basterebbe lo stesso.

“Non avendo a disposizione tali risorse, come più volte ribadito, solo un intento di solidarietà comune potrà, forse, salvarci da un destino difficile e amaro. Per questo, continuo a rimanere sorpreso quando l’Amministrazione in carica insiste nel permettersi questi atteggiamenti autolesionistici. Ma tant’è…

“Precisato quanto sopra, non comprendo le critiche mosse sul voto della delibera Versila Centro Congressi considerato che in consiglio comunale ho mantenuto la stessa linea politica assunta in Commissione, non partecipando al voto per non condividere, in un senso o nell’altro, scelte che sono state frutto, ieri come oggi, di governi cittadini che non ci hanno mai coinvolto nelle loro decisioni. Fino a quando l’amministrazione Betti continuerà ad affrontare le politiche di bilancio nel segreto delle proprie stanze, senza coinvolgere realmente e concretamente l’opposizione, non potrà pretendere alcun aiuto ed alcun voto.

“La riprova piu’ evidente di questo ragionamento è proprio il bilancio stesso del quale non sappiamo nulla malgrado un ritardo clamoroso rispetto alle scadenze. Un bilancio quindi che, stando così le cose, non voteremo mai, tantomeno al buio.

stefano genick“Ultima nota, politica, quella che a dire dei tre ‘cervelli piddini’ mi vedrebbe reo di essere socialista craxiano di ferro e in dialogo con il mio vecchio partito di Forza Italia. Affermazioni che, nella loro strampalata infondatezza, confermano quanto questa generazione di amministratori ‘falsamente ye-ye’, salvo rare eccezioni, sia priva della benché minima capacità di analisi storico-politica degli eventi che hanno attraversato il nostro paese come la nostra città.

“Solo per dovere di verità e di informazione dell’elettorato sottolineo, a dimostrazione della piena autonomia della lista civica che rappresento – anche se so bene che non ne abbiamo bisogno -, che nel corso dello stesso consiglio comunale al quale si riferiscono i “virili” rappresentanti del Pd, il sottoscritto ha votato il regolamento della musica quando Forza Italia ha invece bocciato, o si è astenuta, quel provvedimento.

“Del resto – è la mia piccola storia locale che lo testimonia – è un po’ difficile accusare il sottoscritto di subalternità a Forza Italia considerato che furono pochissimi a uscire dal partito nel 2008 – anticipando, di cinque anni, le critiche e le spaccature odierne – quando Berlusconi con consensi pari o superiori a quelli raccolti oggi da Renzi vinceva a mani larghe sia a Roma che a Viareggio, azzerando la rappresentanza della sinistra radicale in Parlamento come sta facendo ancora una volta e per fortuna lo stesso Matteo Renzi.

“Scelta che, tuttavia e ancora oggi, non mi impedisce di ringraziare quel partito – e quindi di avervi un dialogo naturale – per quanto vi ho ricevuto in termini di esperienze e di scambi intellettuali ed umani intorno a valori e principi che mi hanno permesso di crescere politicamente e che, malgrado la deriva berlusconiana, sono tutt’oggi validi e fonte di ispirazione di tante formazioni politiche, Pd renziano compreso se si considera i voti raccolti poche settimane or sono.

“Ultimissima nota, la più stimolante, l’accusa di essere un socialista craxiano. Malgrado non abbia mai avuto la tessera del Psi in tasca né abbia mai – purtroppo – frequentato le stanze di quel partito, considero Bettino Craxi l’ultimo vero statista apparso alla guida del nostro paese dopo Alcide De Gasperi. L’uomo di Sigonella, l’uomo della riforma dei Patti Lateranensi, l’uomo della prima stabilità di Governo, l’uomo del referendum sulla scala mobile per citare solo alcuni esempi di un elenco che potrebbe essere lunghissimo.

“Le responsabilità della Prima Repubblica legate al finanziamento illecito dei partiti, condivise da tutti i partiti di governo e dallo stesso Pci, non possono certo cancellare questo giudizio che si allarga anche ai valori ed ai principi di ispirazione laico-socialista che ho potuto vivere ed approfondire frequentando tanti ex socialisti, craxiani e non – ma chi non era craxiano dal Midas fino alle monetine del Raphael? -, che animavano la ‘quarta gamba del tavolo Forzista’ e che a Viareggio erano soliti riunirsi nelle sale del Gran Caffè Margherita dove ho visto passare davvero tanta gente, a cominciare dal giovane Stefano Genick che in compagnia di amici come Marcello Brusco e Jacopo Bonuccelli, nipote dell’ex sindaco, faceva bella mostra della sua tessera tricolore agli organi dirigenti di Forza Italia”.

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