VIAREGGIO. Il sindaco Leonardo Betti e la sua giunta dovranno impegnarsi a erogare alla Fondazione Carnevale il contributo necessario per finire di pagare carristi e fornitori – e chiudere in pareggio l’esercizio 2014 – nonché “allocare nel bilancio comunale” un “congruo e sostenibile contributo per l’edizione 2015” in linea con il piano di rientro dal debito: la mozione sul Carnevale presentata in consiglio comunale è tutta racchiusa in queste poche righe. Un documento approvato all’unanimità – 25 voti su 25 aventi diritto – ma dopo due ore di gazzarra che hanno attentato alla pazienza dei presenti in sala.

Carnevale bipartisan. Alessandro Santini, consigliere comunale di Forza Italia, illustra la sua mozione. La sala è affollata da carristi e vertici della Fondazione Carnevale. L’ex numero uno di Palazzo delle Muse non risparmia stilettate alla giunta, in particolare al sindaco Leonardo Betti reo di non aver mantenuto le promesse fatte sul contributo da un milione e 400mila euro in favore del Carnevale e accusa la maggioranza di voler chiudere la Fondazione. “Se non arrivassero quei soldi chiuderebbe il bilancio in negativo e, quindi, fallirebbe. E nessuno può permetterselo”. Ecco, allora, la richiesta di onorare gli impegni presi. Matteo Martini, capogruppo del Pd, sembrerebbe orientato a presentare a sua volta un’altra mozione. Ma poi fa un passo indietro. E, alla fine, verrà messo ai voti un documento unitario con le firme di entrambi i consiglieri.

Foto Versiliatoday
Foto Versiliatoday

Betti e Santini, ancora voi! Il consiglio viene sospeso cinque minuti, giusto il tempo di mettersi d’accordo sui contenuti della mozione. Il momento della votazione sembra dietro l’angolo. E invece ecco un altro battibecco tra Santini e Betti che fa il seguito a quello sotto il pennone di Piazza Mazzini di giovedì scorso. Dopo aver manifestato “soddisfazione per una mozione unitaria e consivisa”, il sindaco afferma di non aver promesso alcunché in consiglio comunale e accusa il rivale di strumentalizzare il Carnevale per cercare visibilità. “Perché non vai a recitare in teatro?”, gli domanda in modo provocatorio. Apriti cielo: un iracondo Santini diventa paonazzo in volto e urla a Betti: “Di’ la verità”. I carristi, schifati, abbandonano l’aula. E il presidente del consiglio comunale Beppe Vannucchi, quasi fosse un professore, impugna la campanellina e minaccia di sbattere fuori il discolo alunno. Ma l’errore, semmai, è di Betti. Che aveva in mano l’accordo politico tra maggioranza e opposizione e invece si è intestardito nello stuzzicare – a quale fine, poi? – Santini.

Giro di valzer. Una volta placate le acque riprende la discussione. E inizia il valzer di interventi, da Massimiliano Baldini del Movimento dei Cittadini (“La politica non può promettere quando non può dare nulla”) ad Alfredo Trinchese del Movimento 5 Stelle (“Betti vada oltre le problematiche di bilancio e s’impegni a trovare soluzioni in sinergia con la Fondazione”), da Chiara Bozzoli di Sel (“Qui c’è troppa voglia di raggiungere microtraguardi personali rispetto allo scopo di questo consiglio comunale” con tanto di tirata di orecchie al sindaco) a Luca Brocchini del Pd (“Se uno viene da fuori e assiste a queste scene cosa dovrebbe pensare del Carnevale?”), da Rossella Martina di Viareggio Tornerà Bellissima (“Che giudizio si può dare di un sindaco che prima dà la sua parola e poi lascia a piedi la Fondazione Carnevale?”) a Luigi Troiso di Viva Viareggio Viva (“Facciamo un passo indietro e uniamo le forze per salvare il Carnevale”) fino all’assessore alla cultura Glauco Dal Pino che attraverso l’arguta metafora del koala e dell’eucalipto spiega che il Carnevale non può più dipendere esclusivamente dal contributo comunale e deve trovare altre forme di sostegno. Perché “se l’eucalipto muore, anche il koala muore”.

foto Mauro Pucci
foto Mauro Pucci

Marcatura a uomo. I duelli – verbali, ci mancherebbe altro – tra consiglieri non si limitano al siparietto tra Betti e Santini. E così finisce che Favilla accusa Santini di aver chiesto un’inutile sospensione quando l’accordo era ormai fatto, Troiso rinfaccia a Baldini e Martina le loro idee sul Carnevale propugnate in campagna elettorale, Genick (Pd) e Baldini sbraitano uno contro l’altro. Un’asfissiante marcatura a uomo sul diretto avversario, visto come un nemico personale a cui dover necessariamente controbattere ogni volta che prende la parola. Con il risultato che l’assemblea, a proposito di alunni discoli, finisce fuori tema. Frattanto in sala il pubblico rumoreggia di nuovo: “Questa roba è meglio della canzonetta”. E ancora: “E tutto questo su una mozione unitaria? Pensa se fossero stati in disaccordo…”

Teatro dell’assurdo. Dopo un’altra sospensione di cinque minuti si torna in aula. E, finalmente, si vota. Però, in maniera quasi grottesca, Antonio Cima di Forza Italia ed Emiliano Favilla della Federazione della Sinistra fanno sprecare ulteriore tempo prezioso dicendo – a ragion veduta, in verità – che “la discussione si poteva risolvere in cinque minuti”. Effettivamente, due ore di confronto fin troppo serrato su una mozione che mette d’accordo tutti sono state un’eternità. La mozione passa all’unanimità, il consiglio comunale impegna la giunta a saldare il milione e 167mila euro che ancora deve alla Fondazione Carnevale. Qualcuno, però, mormora in platea: “E ora dove li trovano quei soldi?”. Bella domanda. E, citando la canzone ufficiale del Carnevale, sarebbe bello credere “che cinque o sei politici trasformeranno i debiti in un volo di coriandoli”.

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ultimo aggiornamento: 02-07-2014


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