VIAREGGIO. “Mentre la produzione procede a gonfie vele, nonostante il processo di riorganizzazione in corso, annualmente si è sempre discusso il raggiungimento o meno degli obiettivi produttivi, lo sforzo e il sacrificio fatto dai lavoratori e di conseguenza il raggiungimento degli obiettivi del premio annuale aziendale”. Lo scrive in una nota la Rsu del cantiere navale Azimut-Benetti spiegando le ragioni dello sciopero di questa mattina.
“Per Benetti, infatti, l’anno nautico che volge al termine è stato un anno di successo durante il quale, pur con un numero di addetti minore, si è raggiunto il traguardo di un maggior numero di yachts prodotti. Questo è stato possibile solo grazie alla grande disponibilità e al sacrificio che i lavoratori e le lavoratrici hanno profuso, pur in una fase di profonda riorganizzazione per l’azienda. Riorganizzazione che è oggetto di discussioni quotidiane con l’azienda e con i lavoratori che sono stati posti in cassa integrazione straordinaria, nonostante si stia continuando a chiedere per talune figure disponibilità straordinarie e facendo ricorso ad aziende terze per sostituire lavoratori in cassa.
“Questo ha fatto sì che maturasse il convincimento che a fronte di un risultato oggettivamente migliore rispetto a quello dell’anno precedente si potesse conseguire per tutti un premio annuale superiore o al limite pari a quello del 2013. L’azienda negli incontri precedenti è stata però di tutt’altro avviso, proponendo il pagamento di un minor importo del premio in relazione alla riorganizzazione e a un minor numero di lavoratori da riqualificare o da collocare in mobilità.
“Il sindacato, di fronte a questa proposta, ha risposto di essere pronto a trattare su questa materia, mettendo sul piatto il premio a patto che l’azienda rinunciasse totalmente alla riduzione del personale. L’azienda ha risposto che ciò non era possibile, facendo emergere la sua vera posizione e che la questione non poteva essere trattata prendendo a consuntivo quanto accaduto l’anno precedente, fatto questo che è il riferimento fondamentale per i lavoratori che hanno lavorato di più pur essendo di meno e prodotto più barche.
“Oltretutto se oggi l’azienda registra problemi di tipo finanziario – non ci risulta dalle comunicazioni date alla stampa -, perché forse non si è venduto bene oppure perché le tante attività esternalizzate sono costate troppo, gli unici che non hanno responsabilità in merito sono proprio le lavoratrici e i lavoratori che invece hanno fatto tutto ciò che era nelle loro possibilità e che oggi si aspettano di vedersi riconosciuto il giusto, per il grandissimo contributo portato alle attività di Azimut Benetti”.
Nei prossimi giorni saranno programmate nuove iniziative di mobilitazione.