VIAREGGIO. “Lo scorso venerdì 22 Agosto i vigili urbani hanno notificato ad alcuni abitanti del campo rom un’ordinanza del Responsabile dei Servizi Sociali di allontanamento, da eseguirsi entro pochi giorni, per aver disatteso il Patto di legalità che più di quattro anni fa il Comune fece firmare ad ognuno di loro. Il patto prevedeva circa dieci ‘regole comportamentali’ fra cui il divieto di ospitare estranei. Se anche una sola delle regole fosse stata violata era prevista la immediata espulsione. La loro colpa è stata quella di essersi resi disponibili ad ospitare – agli arresti domiciliari – un parente, un amico ecc. per altro autorizzati dal Tribunale. La cosa assurda, ad es. è che viene ordinato ad una coppia di allontanarsi. E i figli?”.

A raccontare la vicena è il Consiglio Direttivo dei Berretti Bianchi.

“In considerazione della latitanza con cui si è carattirazzata questa amministrazione nei confronti della comunità rom, non intraprendendo mai nessuna strada progettuale, appellarsi al non rispetto di una regola per buttare fuori le persone si manifesta come una evidente volontà di sbarazzarsene. Inoltre c’è da considerare che le persone colpite dal provvedimento sono tutte (tranne una) residenti a Viareggio e i figli frequentanti le scuole di torre del lago. L’allontanamento di uno e addirittura di entrambi i genitori significherà la loro interruzione scolastica. Due dei colpiti dal provvedimento lavorano regolarmente (ora in cassa intgrazione). Si creerà altra emarginazione e nuovi ‘senza tetto’. Tutto ciò ricadrà non sono sui diretti interessati ma anche sulla comunità locale. La ‘colpa’ rimproverata non ci pare così grave da giustificare un allontanamento, non è stata commessa nessuna illegalità.

Invitiamo fortemente Sindaco e Ass. al Sociale ad annullare il provvedimento o almeno a sospenderlo e ad intraprendere una seria politica di reale integrazione della Comunità, per la quale rinnoviamo la nostra disponibilità ad una fattiva collaborazione. I provvedimenti repressivi, per altro immotivati, non servono a creare solidarietà e inserimento nel nostro tessuto sociale ma dividono le famiglie e ricadono negativamente sui minori dei quali il Comune dovrà necessariamente interessarsi”.

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