VIAREGGIO. Per il rotto della cuffia, come una partita di calcio vinta all’ultimo assalto o dopo interminabili minuti di recupero. Ma alla fine la giunta Betti ce l’ha fatta: dopo quasi cinque ore di discussione incassa l’approvazione del bilancio consuntivo 2013 con 13 voti a favore e rimane in carica, scongiurando per il momento l’ipotesi del commissariamento del Comune. L’opposizione, inclusi i due consiglieri comunali di Sel usciti lo scorso febbraio dalla maggioranza, si è alzata e ha abbandonato l’aula al momento del voto. Avanti sì, dunque, ma rattoppati e con qualche strappo difficile da ricucire.

Cominciamo bene. Il caldo pomeriggio dell’amministrazione comunale si apre con due polemiche. Anzi due e mezzo. La prima: Rossella Martina, capogruppo della lista Viareggio Tornerà Bellissima, si appella a un articolo del regolamento comunale secondo cui al conto consuntivo del Comune devono essere allegati i bilanci degli enti costituiti o controllati dal Comune, o ai quali il Comune partecipa in qualsiasi forma – leggasi: partecipate e fondazioni. Ma, come spiega il ragioniere capo Santoro, il riferimento è a una norma che per i Comuni con popolazione superiore ai 50mila abitanti si applicherà solo a partire dal bilancio consuntivo 2014. Si va avanti.

Foto Alberto Macaluso
Foto Alberto Macaluso

La seconda: David Zappelli e Sandra Mei, i dissidenti del Pd, chiamano in causa il sindaco Leonardo Betti a proposito del post su Facebook di Emiliano Favilla della Federazione della Sinistra che definiva i due consiglieri “pedine” manovrate dalla senatrice Manuela Granaiola, anche lei del Pd, in una sorta di complotto contro la giunta. Betti glissa sull’argomento: “La nostra preoccupazione è il futuro della città, guardiamo avanti: oggi inizia una sorta di anno zero per Viareggio, la politica è chiamata a dare un segnale”. La mezza polemica: i cronisti presenti sottolineano l’assenza iniziale del vicesindaco Romanini, che raggiungerà gli altri assessori a discussione ampiamente iniziata.

L’americano. Dopo quasi un’ora di diatribe si parla, finalmente, dell’ordine del giorno. E prende la parola Lorenzo Bertoli, dallo scorso febbraio assessore alle finanze, al quale pressoché tutte le forze politiche riconoscono l’impegno profuso negli ultimi mesi. Per Bertoli “nel bilancio consuntivo 2013 non c’è un semplice rendiconto di gestione, bensì la voglia di fare chiarezza nei conti. E il sindaco Betti è arrivato a un risultato concreto, a un dato oggettivo” con riferimento al disavanzo certificato di 53 milioni di euro.

Bertoli anticipa anche che “non riusciamo a mettere in equilibrio il bilancio preventivo 2014 a causa di un’insostenibilità conclamata” e che nel futuro di Viareggio, “intrappolata in un sistema Italia che sta crollando”, sarà nel segno del rigore e del cammino di risanamento totale de Gruppo Pubblico. Cioè delle partecipate e delle fondazioni. Perché “oggettivamente 18 partecipazioni sono troppe”.

Foto Alberto Macaluso
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Poi l’appello all’opposizione, dai toni kennedyani. “Perché osteggiate questo tentativo di fare chiarezza? Dobbiamo dare una risposta ai nostri figli, perché i tempi di ripresa saranno lunghi. Fare il gioco delle parti sulle macerie è disonestà intellettuale. Ricordiamoci cosa hanno fatto i due principali partiti politici italiani dopo la fine della Seconda guerra mondiale: hanno cercato un punto di incontro pur essendo distanti ideologicamente”.

Zappelli sì, Sel no. Prende il via la discussione. Chiara Bozzoli di Sel riconosce correttezza e onestà a Bertoli “ma non è così per tutta la maggioranza”. Il voto sul bilancio diventa così voto di fiducia verso la giunta Betti, a cui Sel rimprovera un’apertura e un tentativo di riavvicinamento troppo tardivi: è un no. Zappelli parla di fiducia “minata più volte” ma svela anche un aneddoto: andando in giro per il quartiere Varignano ha avuto “un’illuminazione”. “Voglio dare un’altra chance a Betti, data l’eccezionalità della situazione. Ma ora serve un governo della città esteso a persone preparate e fuori dalle logiche di partito”. È la giocata che, di fatto, regala la vittoria a Betti. Anche se “non punto a un posto in giunta”.

Spade affilate. E mentre Favilla spara a zero contro minoranza e Sel (“Mai ricevuta in questi mesi una proposta da parte vostra. Io parteciperò all’approvazione del bilancio, voi fate un po’ come vi pare”), Luca Brocchini del Pd invoca il “senso di responsabilità”. Gli risponde Massimiliano Baldini del Movimento dei Cittadini (“Non prendiamo lezioni da nessuno quando si parla di responsabilità”), poi Max Bertoni del Movimento 5 Stelle dichiara che “questo bilancio non rappresenta la verità” e rinfaccia alla maggioranza “demagogia e populismo” oltre a citare le anomalie dei bilanci.

Foto Versiliatoday
Foto Versiliatoday

Rossella Martina rincara la dose (“Tra dieci giorni verranno i commissari a seguito della dichiarazione di dissesto e la giunta tace, non c’è il coraggio di tirare fuori i problemi”), Antonio Cima di Forza Italia non è da meno (“Basta accampare scuse, chi sbaglia deve andare a casa”) e il collega Alessandro Santini si preoccupa del Carnevale (“Che ne sarà della Fondazione, dei suoi dipendenti e dei carristi?”).

Verso il voto. Bobo Genick del Pd, che è anche presidente della Commissione bilancio, ringrazia Bertoli del lavoro svolto, “una fotografia impietosa del fatto che il Comune che ha continuato a mantenere in piedi un sistema insostenibile nonostante la crisi della città”. Franco Paterni, anche lui del Pd, si limita a ricordare che “il commissario prefettizio ha già dimostrato una volta di non saper governare della città” con qualche frecciatina all’opposizione (“I movimenti che oggi vorrebbero veder cascare la giunta Betti tra quattro anni saranno stati spazzati via”). Infine prende la parola Sandra Mei, “disponibile al dialogo con la giunta” ma che “per coerenza” si asterrà.

Berlusca-Betti. Capita, poi, di sentire Betti citare nientemeno che l’ex premier e leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. Prende un foglio in mano e lo definisce il “contratto con i viareggini di berlusconiana memoria”, un contratto “da onorare perché questo dobbiamo fare”. E aggiunge: “Non ho paura di dire alla città come stanno davvero le cose. E non capisco questo volersi tirare indietro di fronte al nostro obiettivo di fare chiarezza. Non abbiamo più scelte: o Viareggio continua a vivere, oppure muore”.

La giunta fa tredici. Un po’ come nei pronostici del caro, vecchio Totocalcio, la truppa Betti pesca il numero vincente al momento della votazione: non partecipano Forza Italia, Movimento 5 Stelle, Movimento dei Cittadini, Viareggio Tornerà Bellissima e, come detto, pure Sel e la sola Mei. Tanto basta per andare avanti. Seppur a tentoni.

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