VIAREGGIO. Prima o poi doveva succedere. Come nei film polizieschi, dove lo scontro finale tra eroe e antagonista chiude una lunga catena di inseguimenti. Da una parte la Fondazione, che rischia di chiudere i battenti dopo quasi trenta anni di (più o meno) onorato servizio, dall’altra il Comune sempre più incline a fare tabula rasa. Ma qua il problema non è stabilire chi sia il buono e chi il cattivo di turno: in gioco c’è il futuro del Carnevale e di Viareggio nel suo complesso.

Fondazione anno zero. L’idea di sopprimere o quantomeno ridisegnare l’ente che ha sede a Palazzo delle Muse non appare poi così peregrina nell’ambiente carnevalaro: la Fondazione fu istituita nel 1985 per volontà di Comune e Regione con l’intento di amministrare i proventi della neonata Lotteria del Carnevale. Oggi che la riffa è stata smantellata la Fondazione ha altresì assunto i connotati peggiori di una qualsivoglia società partecipata: per le nomine di cda e consiglio d’indirizzo i sindaci sono andati spesso a pescare tra le liste dei trombati dal consiglio comunale in modo da non rompere gli equilibri all’interno della coalizione di maggioranza. Per questo un’eventuale soppressione della Fondazione non sarebbe vissuta come un dramma. Rimane tuttavia un interrogativo: chi e come organizzerebbe il Carnevale?

galli pasquinucci bettiTempo fuori di (dis)sesto. Il sindaco Leonardo Betti lo aveva ripetuto fino alla nausea: la Fondazione deve essere rivista e snellita. Dopo un goffo tentativo di stravolgere lo Statuto nel corso dell’estate 2013, mentre l’allora presidente Alessandro Santini stava per terminare il suo mandato, l’amministrazione comunale si è limitata a indicare un cda e un cdi ridotti nel numero di consiglieri. Poi, una volta che si sono aperte le prime falle nei conti del Comune che non ha potuto più erogare al Carnevale buona parte del milione e 400mila euro promesso in autunno, qualcuno ha suggerito a Betti di non attendere agosto o settembre per chiudere la Fondazione. Ma l’amministrazione ha tergiversato e la Fondazione adesso si ritrova persino un presidente onorario – Dario Fo – con il forte rischio di chiudere in negativo l’esercizio finanziario al 30 settembre e, conseguentemente, di fallire.

Scontro finale. Il clima di incertezza e la mancanza di un forte decisionismo ha finito per logorare rapporti ormai incrinati da tempo: due sere fa Betti e il cda della Fondazione si sono incontrati e i toni della discussione sono stati tutt’altro che concilianti. Palazzo delle Muse ha sollecitato il rimpiazzo dei quattro consiglieri dimissionari e ha chiesto chiarezza al primo cittadino, il quale avrebbe rivendicato una sorta di sovranità su cda e cdi. Della serie: come vi ho nominato posso anche silurarvi. E tra poco meno di un’ora, quando andrà in scena la conferenza stampa di Pasquinucci, voleranno altre parole forti.

Attori non protagonisti. E i carristi? A Betti hanno invocato “un cambio di passo” sul Carnevale. Vale a dire: prendiamo esempio dal Festival Puccini che, grazie ai buoni uffici della presidente Adalgisa Mazza, è riuscito a ottenere cospicui finanziamenti al di fuori dei confini viareggini. E per alcuni una decisione funzionale a tale obiettivo sarebbe l’avvicendamento a Palazzo delle Muse. Ma poi entra in gioco la politica, o meglio il Pd e le sue lotte intestine: Sandra Mei e David Zappelli, i due consiglieri “dissidenti” – il secondo ha comunque partecipato all’approvazione del bilancio consuntivo 2013 – si sono infatti schierati dalla parte di Pasquinucci. Volendo citare un’opera pirandelliana: il giuoco delle parti.

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