VIAREGGIO. Benedetto Cinquini, detto Maurizio, detto “Cavicchi”, era nato il 2 dicembre di 64 anni fa a Viareggio dove ha vissuto fino a oggi con la sua famiglia al quartiere Bonifica.

Ha lavorato come operaio per i cantieri Benetti, è stato un appassionato calciatore e un attivo sindacalista. ma soprattutto è stato un uomo che ha saputo trasmettere e insegnare la gioia di vivere, conosciuto da tutti come grande amante del Carnevale e delle sue tradizioni, lo spirito del mattatore e nel contempo l’anima generosa e leale del migliore tra gli amici.

Stanotte alle 2.30 ha ceduto alla malattia che l’avevo colpito da ormai tre anni, debilitandolo fisicamente ma non nel piglio: le ceneri di Benedetto Cinquini, detto Maurizio, detto “Cavicchi”, secondo le sue stesse volontà verranno sparse da amici e parenti a largo della sua Viareggio sulle note di “Come un coriandolo”.

A ricordare Cinquini anche la Fiom Cgil. “La Fiom Cgil della provincia di Lucca – scrive il sindacato – ricorda il compagno di lavoro e di sindacato Benedetto Cinquini, morto a soli 63 anni a causa di un mesotelioma pleurico contratto a causa della lunga esposizione all’amianto, a cui era stato soggetto durante la sua carriera lavorativa, iniziata molto presto nei cantieri navali MB Benetti, poi alla Gecam Benetti e infine alla Sec dove per anni è stato delegato Fiom. L’impegno di Benedetto per la sicurezza nei cantieri e per il monitoraggio dei lavoratori a rischio – ricorda il segretario provinciale Lamberto Pocai – è stato incessante negli anni, fin da prima di scoprire la propria malattia”.

“Grazie a lui, al suo lavoro di raccolta di testimonianze e di documenti, anche i lavoratori degli appalti (circa 70) hanno visto riconosciuto il proprio diritto ai benefici previdenziali dovuti a chi è stato esposto all’amianto, materiale cancerogeno che per anni è stato largamente presente in tutte le fasi di lavorazione nel settore cantieristico navale, nella meccanica, nell’impiantistica elettrica e nella verniciatura. Gli stessi problemi si sono verificati anche al di fuori della cantieristica, come ad esempio alla Fervet dove si lavorava alla coibentazione delle carrozze ferroviarie con l’amianto.
Al fianco di Cinquini in questa lunga battaglia, c’è sempre stato anche Alessandro Fialdini, un altro lavoratore viareggino colpito dalla malattia. Insieme incontrarono l’allora presidente del Consiglio Massimo D’Alema, per far sì che agli operai viareggini fosse riconosciuta l’esposizione all’amianto come avveniva già per altri territori e aziende. Al loro lungo impegno nel ricostruire le testimonianze e le evidenze documentali, devono dire grazie anche quei lavoratori che ancora attendono ancora il giudizio dagli organi competenti.  Pocai ricorda quando la commissione regionale formata da Inps, Inail e Direzione provinciale del lavoro, venne di persona a verificare il grado di esposizione dei lavoratori viareggini all’amianto. “Fialdini e Cinquini, con le dovute precauzioni, stavano bonificando i pescherecci in porto e invitarono i membri della commissione a salire a bordo, ma questi si rifiutarono decisamente”.

“E’ un grande dispiacere che la malattia abbia colpito proprio chi più si è impegnato a tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”, conclude Pocai.
Attraverso l’opera di Cinquini molti lavoratori hanno visto riconosciuti i propri diritti e hanno trovato nel sindacato le risposte che cercavano, di fronte a problemi enormi come quello della salute e della vita stessa, messa a repentaglio da lavorazioni pericolose.

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ultimo aggiornamento: 03-09-2014


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